1–12 di 27 risultati
Dodici racconti che ruotano sulla fugacità di certi attimi, sul ruolo del tempo e dei ricordi. L’autrice si interroga sull’effettiva esistenza della realtà e sulle possibilità che si aprono quando ci si ritrova a perdersi in se stessi. Situazioni e storie di vita più o meno quotidiana viste da un’angolazione tutta interiore, un percorso intenso e variegato per cercare di dare un significato più intimo e profondo al presente e alle scelte che compiamo. Fino ad arrivare all’ultimo racconto, il più singolare e complesso di tutti: “Aria di vetro”. Un futuro distopico, carico di simbologie e riferimenti filosofici. Una misteriosa corsa contro il tempo alla ricerca della realtà stessa, di una verità più intrinseca. Solo raggiunta questa consapevolezza saremo liberi di andarcene zitti, tra gli uomini che non si voltano, con il nostro segreto.
Collane, Officina, Officina Ensemble
Dodici racconti che ruotano sulla fugacità di certi attimi, sul ruolo del tempo e dei ricordi. L’autrice si interroga sull’effettiva esistenza della realtà e sulle possibilità che si aprono quando ci si ritrova a perdersi in se stessi. Situazioni e storie di vita più o meno quotidiana viste da un’angolazione tutta interiore, un percorso intenso e variegato per cercare di dare un significato più intimo e profondo al presente e alle scelte che compiamo. Fino ad arrivare all’ultimo racconto, il più singolare e complesso di tutti: “Aria di vetro”. Un futuro distopico, carico di simbologie e riferimenti filosofici. Una misteriosa corsa contro il tempo alla ricerca della realtà stessa, di una verità più intrinseca. Solo raggiunta questa consapevolezza saremo liberi di andarcene zitti, tra gli uomini che non si voltano, con il nostro segreto.
Con “Babelfish, racconti dall’Era dell’Acquario”, Gino Pitaro narra una realtà divisa in molteplici tasselli e allo stesso tempo esistente come entità unica. Il tema che fa da sfondo a tutte le trame è il “nomadismo esistenziale”, ossia il saper vivere nell’ambientazione allargata del mondo facendosi strada in mezzo alle molteplici contaminazioni socio-culturali che ne fanno parte. Dalla Spagna a Singapore, da Roma a Ginevra i protagonisti disegnano una sorta di melting pot, una realtà multipla che prende corpo nell’arco della narrazione. Sei storie differenti e sei protagonisti accomunati da uno stesso approccio alla vita, da una stessa condizione dell’anima che affronta ciò che vede cercando sempre l’analisi ragionata e la ricerca del dettaglio rivelatore. Vite uguali e diverse di cui l’intersezione con l’altro e l’osmosi culturale costituiscono il fulcro essenziale. I racconti possono essere letti sia in chiave sequenziale e cronologica che su binari paralleli, come se si trattasse dei molteplici alter ego di uno stesso protagonista alle prese con diversi destini. Per ogni storia un diverso aspetto della vita da sviscerare.
Con “Babelfish, racconti dall’Era dell’Acquario”, Gino Pitaro narra una realtà divisa in molteplici tasselli e allo stesso tempo esistente come entità unica. Il tema che fa da sfondo a tutte le trame è il “nomadismo esistenziale”, ossia il saper vivere nell’ambientazione allargata del mondo facendosi strada in mezzo alle molteplici contaminazioni socio-culturali che ne fanno parte. Dalla Spagna a Singapore, da Roma a Ginevra i protagonisti disegnano una sorta di melting pot, una realtà multipla che prende corpo nell’arco della narrazione. Sei storie differenti e sei protagonisti accomunati da uno stesso approccio alla vita, da una stessa condizione dell’anima che affronta ciò che vede cercando sempre l’analisi ragionata e la ricerca del dettaglio rivelatore. Vite uguali e diverse di cui l’intersezione con l’altro e l’osmosi culturale costituiscono il fulcro essenziale. I racconti possono essere letti sia in chiave sequenziale e cronologica che su binari paralleli, come se si trattasse dei molteplici alter ego di uno stesso protagonista alle prese con diversi destini. Per ogni storia un diverso aspetto della vita da sviscerare.
Un’antologia sul tema del lavoro a cura di Micaela Di Trani. Quarta di Mario Desiati.
Un’antologia sul tema del lavoro a cura di Micaela Di Trani. Quarta di Mario Desiati.
Un’antologia di racconti a cura di Eduraduno.
Un’antologia di racconti a cura di Eduraduno.
Una raccolta di racconti firmata da Margi De Filpo e Vincenzo Corraro.
Due autori, un uomo e una donna, diciotto racconti, nove ciascuno. Diciotto frammenti di vita, partenze e ritorni, addii e ritrovamenti, felicità diverse che si incontrano senza mai sfiorarsi; luoghi che si nascondono dietro le parole e i silenzi di chi li percorre o li vive. Rumori, suoni ed emozioni che pulsano in ogni pagina. Tante, troppe, risposte a una domanda apparentemente banale: che cos’è la felicità?
“Ci sono narratori non ancora conosciuti che stanno costruendosi una maturità letteraria in autonomia. Sono pazienti e sapientemente incostanti, s’affacciano al pubblico quando sono certi del loro lavoro perché lavorano in silenzio e nel rispetto della propria dignità, misurandosi con se stessi e la sola forza delle proprie pagine. Hanno superato l’esordio da soli, e sono già oltre. Qui dentro ne troverete prova.”
Diego De Silva
Una raccolta di racconti firmata da Margi De Filpo e Vincenzo Corraro.
Due autori, un uomo e una donna, diciotto racconti, nove ciascuno. Diciotto frammenti di vita, partenze e ritorni, addii e ritrovamenti, felicità diverse che si incontrano senza mai sfiorarsi; luoghi che si nascondono dietro le parole e i silenzi di chi li percorre o li vive. Rumori, suoni ed emozioni che pulsano in ogni pagina. Tante, troppe, risposte a una domanda apparentemente banale: che cos’è la felicità?
“Ci sono narratori non ancora conosciuti che stanno costruendosi una maturità letteraria in autonomia. Sono pazienti e sapientemente incostanti, s’affacciano al pubblico quando sono certi del loro lavoro perché lavorano in silenzio e nel rispetto della propria dignità, misurandosi con se stessi e la sola forza delle proprie pagine. Hanno superato l’esordio da soli, e sono già oltre. Qui dentro ne troverete prova.”
Diego De Silva
Seconda edizione del progetto firmato Leyla Khalil.
I racconti ospitati in questo volume sono:
Karramba di Nino Princi
Liberate Marc di Francesco Benedetto Belfiore
Il ritorno di Rossella Mele
Grottesco sipario cittadino di Alexey Alberti
Il ghiaccio di Sara Milla
La regola dei terzi di Valentina Maini
Angeli di Alessandra Leonardi
Nina e la Rossa di Maria Clara Valenti
Garlic Mushroom di Peppe J. Gallo
Il mio amico Alan di Ignazio Sardo
Saturn fried cheese di Paolo Bartalini
Clandestino di Stefano Raspa
Flushberry di Cinzia Carotti
Rachele (capitano coraggioso) di Federica Sposato
Presenze assenti di Nicoletta Fanuele
Apolonio di Raethia Corsini
Le scarpe felici di Federico Tonegatti
DynafemPadova, 2024 di Collettivo Bolina Fest
L’istante in cui l’elettricità non è mai esistita di Leyla Khalil
Patatine fritte di Federica Lauto
La notte in cui te ne andasti di Fiorella Carcereri
Amburgher di Francesca Brotto
Seconda edizione del progetto firmato Leyla Khalil.
I racconti ospitati in questo volume sono:
Karramba di Nino Princi
Liberate Marc di Francesco Benedetto Belfiore
Il ritorno di Rossella Mele
Grottesco sipario cittadino di Alexey Alberti
Il ghiaccio di Sara Milla
La regola dei terzi di Valentina Maini
Angeli di Alessandra Leonardi
Nina e la Rossa di Maria Clara Valenti
Garlic Mushroom di Peppe J. Gallo
Il mio amico Alan di Ignazio Sardo
Saturn fried cheese di Paolo Bartalini
Clandestino di Stefano Raspa
Flushberry di Cinzia Carotti
Rachele (capitano coraggioso) di Federica Sposato
Presenze assenti di Nicoletta Fanuele
Apolonio di Raethia Corsini
Le scarpe felici di Federico Tonegatti
DynafemPadova, 2024 di Collettivo Bolina Fest
L’istante in cui l’elettricità non è mai esistita di Leyla Khalil
Patatine fritte di Federica Lauto
La notte in cui te ne andasti di Fiorella Carcereri
Amburgher di Francesca Brotto
Una dirompente raccolta di racconti scaturita dalla prima edizione del concorso letterario Fast Writing, dal tema “Finestre sul mondo: ieri il caffè, oggi il fast-food”, organizzato da Caffè News, magazine online e associazione culturale.
Clima pop. Elementi surreali, onirici, postmoderni, che richiamano lo spirito edulcorato e globalizzato dei fast-food intesi come nuovo luogo – o meglio “non-luogo” – di socializzazione. Spazi, ma caratterizzati da assenza di connotazioni geografiche, di marcatori di distanze temporali con il resto del mondo, di inter-rete e multiculturalismo.
Lo stile ideale per esprimere tale concetto diventa allora non conforme alla lingua standard ma subisce inflessioni secondo l’estro dell’autore stesso, diventa oggetto di sperimentazioni che fanno di ogni singolo racconto un’opera in sé innovativa, immagine di un nuovo tipo di cultura da opporre a quella generata, studiata e alimentata dagli intellettuali da caffè del Sette-Ottocento.
Una dissacrante antologia in cui il cibo e la scrittura si incontrano e divengono lente per mettere a fuoco l’ingordigia e l’assenza di valori dilaganti nella società moderna.
M. Borghi, F. Diana, P. Bartalini, A. Dezi, S. Iannizzotto, P. Khalil, F. de Felice, C. Carotti, F. Bartelloni, D. Predosin, L. Khalil, S. M. Scolaro, C. Coppola, G. Turano, S. Raspa, F. Daza, C. Klept, F. B. Belfiore sono gli autori.
Una dirompente raccolta di racconti scaturita dalla prima edizione del concorso letterario Fast Writing, dal tema “Finestre sul mondo: ieri il caffè, oggi il fast-food”, organizzato da Caffè News, magazine online e associazione culturale.
Clima pop. Elementi surreali, onirici, postmoderni, che richiamano lo spirito edulcorato e globalizzato dei fast-food intesi come nuovo luogo – o meglio “non-luogo” – di socializzazione. Spazi, ma caratterizzati da assenza di connotazioni geografiche, di marcatori di distanze temporali con il resto del mondo, di inter-rete e multiculturalismo.
Lo stile ideale per esprimere tale concetto diventa allora non conforme alla lingua standard ma subisce inflessioni secondo l’estro dell’autore stesso, diventa oggetto di sperimentazioni che fanno di ogni singolo racconto un’opera in sé innovativa, immagine di un nuovo tipo di cultura da opporre a quella generata, studiata e alimentata dagli intellettuali da caffè del Sette-Ottocento.
Una dissacrante antologia in cui il cibo e la scrittura si incontrano e divengono lente per mettere a fuoco l’ingordigia e l’assenza di valori dilaganti nella società moderna.
M. Borghi, F. Diana, P. Bartalini, A. Dezi, S. Iannizzotto, P. Khalil, F. de Felice, C. Carotti, F. Bartelloni, D. Predosin, L. Khalil, S. M. Scolaro, C. Coppola, G. Turano, S. Raspa, F. Daza, C. Klept, F. B. Belfiore sono gli autori.
Fiori di plastica, opera prima di Fabrizio Grimaldi, è un coacervo di emozioni e stimoli per il lettore. Spaziando dall’umorismo nero al comico, fino a giungere al fantastico, non lasciandosi mancare punte di patetismo, l’autore fornisce un assortito campionario dell’uomo e della donna moderni. Un ex modello in pensione a trentacinque anni che, afflitto dalla noia, si reca nella sinistra dimora di Anne Gaddes per scambiare il figlio con uno più bello dalla collezione privata della fotografa; una bambina, contesa tra i genitori divorziati, in piena crisi preadolescenziale, fissata con l’alta moda, i complessi di maternità e il trucco burlesque; un giovane che si proclama re indiscusso del fallimento pensando così di avere le carte in regola per partecipare a un reality, sua massima aspirazione: sono solo alcuni dei bizzarri personaggi che popolano la raccolta di racconti di Grimaldi.
Una graffiante satira della società attuale, una Commedia umana del XXI secolo, in cui, tra l’esilarante e il grottesco, il lettore può scoprire la grandiosa assurdità della realtà di plastica in cui vive.
Fiori di plastica, opera prima di Fabrizio Grimaldi, è un coacervo di emozioni e stimoli per il lettore. Spaziando dall’umorismo nero al comico, fino a giungere al fantastico, non lasciandosi mancare punte di patetismo, l’autore fornisce un assortito campionario dell’uomo e della donna moderni. Un ex modello in pensione a trentacinque anni che, afflitto dalla noia, si reca nella sinistra dimora di Anne Gaddes per scambiare il figlio con uno più bello dalla collezione privata della fotografa; una bambina, contesa tra i genitori divorziati, in piena crisi preadolescenziale, fissata con l’alta moda, i complessi di maternità e il trucco burlesque; un giovane che si proclama re indiscusso del fallimento pensando così di avere le carte in regola per partecipare a un reality, sua massima aspirazione: sono solo alcuni dei bizzarri personaggi che popolano la raccolta di racconti di Grimaldi.
Una graffiante satira della società attuale, una Commedia umana del XXI secolo, in cui, tra l’esilarante e il grottesco, il lettore può scoprire la grandiosa assurdità della realtà di plastica in cui vive.
“Frammenti – fermi-immagine di piccole imperfezioni quotidiane” è una raccolta di racconti scritti nell’arco di vent’anni; eppure, a dispetto del tempo che le separa e le divide, le 18 storie che compongono l’antologia sono unite da un unico filo rosso che si dipana attraverso le piccole faglie del quotidiano, attraverso quell’impercettibile slittamento nel fluire naturale delle cose di cui spesso nemmeno ci rendiamo conto. Variando dai toni del surreale e della meta-realtà (“Come ogni giorno”, “Gente di Riviera”, “Diario di bordo”), a quelli del realismo e del tragico (“Sotto la curva”, “L’ultimo pensiero”), per finire a quelli del comico e del grottesco (“L’amore ai tempi del cheeseburger”, “La protesta”, “Coming-out”), i frammenti che compongono quest’opera s’incastrano l’uno accanto all’altro come le tessere di un mosaico bizantino, fino a formare il disegno di una realtà che dietro un’apparenza di solidità e rigore nasconde le crepe del conflitto sociale, del dubbio, della ricerca interiore. Non ci sono condanne o assoluzioni in queste diciotto istantanee del quotidiano, ma solo il desiderio, o meglio l’urgenza, di provare a fermare in qualche modo, a immortalare, l’eterno conflitto fra la brama di vivere e la ricerca di un senso, sempre più effimero e sfuggente, da dare alla vita stessa.
“Frammenti – fermi-immagine di piccole imperfezioni quotidiane” è una raccolta di racconti scritti nell’arco di vent’anni; eppure, a dispetto del tempo che le separa e le divide, le 18 storie che compongono l’antologia sono unite da un unico filo rosso che si dipana attraverso le piccole faglie del quotidiano, attraverso quell’impercettibile slittamento nel fluire naturale delle cose di cui spesso nemmeno ci rendiamo conto. Variando dai toni del surreale e della meta-realtà (“Come ogni giorno”, “Gente di Riviera”, “Diario di bordo”), a quelli del realismo e del tragico (“Sotto la curva”, “L’ultimo pensiero”), per finire a quelli del comico e del grottesco (“L’amore ai tempi del cheeseburger”, “La protesta”, “Coming-out”), i frammenti che compongono quest’opera s’incastrano l’uno accanto all’altro come le tessere di un mosaico bizantino, fino a formare il disegno di una realtà che dietro un’apparenza di solidità e rigore nasconde le crepe del conflitto sociale, del dubbio, della ricerca interiore. Non ci sono condanne o assoluzioni in queste diciotto istantanee del quotidiano, ma solo il desiderio, o meglio l’urgenza, di provare a fermare in qualche modo, a immortalare, l’eterno conflitto fra la brama di vivere e la ricerca di un senso, sempre più effimero e sfuggente, da dare alla vita stessa.
La natura segue le sue regole. Ascoltarle, può aiutarci a seguire una strada a volte più definita proprio grazie a qualcosa che, benché trascurato dai più, riesce a regalarci, ogni anno, nuovi germogli. Da lì, nascono i pretesti per raccontare tratti di umanità che oggi e ieri si sono lasciati affascinare dal mondo verde.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
La natura segue le sue regole. Ascoltarle, può aiutarci a seguire una strada a volte più definita proprio grazie a qualcosa che, benché trascurato dai più, riesce a regalarci, ogni anno, nuovi germogli. Da lì, nascono i pretesti per raccontare tratti di umanità che oggi e ieri si sono lasciati affascinare dal mondo verde.
Il sorprendente esordio di Michele Manna è una raccolta di racconti in cui personaggi, luoghi, parole sono affreschi di quadri senza tempo. Una scrittura colta e raffinata fa da sfondo a un’ambientazione che ricorda certe storie di Parise o Landolfi.
Catalogo, Collane, Echos, In vetrina, Narrativa
Il sorprendente esordio di Michele Manna è una raccolta di racconti in cui personaggi, luoghi, parole sono affreschi di quadri senza tempo. Una scrittura colta e raffinata fa da sfondo a un’ambientazione che ricorda certe storie di Parise o Landolfi.
Dio assume un Dio stagista; la creazione del mondo è un rimborso spese paradisiaco; il brodo primordiale, una volta assaggiato, ha lo stesso sapore della vodka. Dieci racconti dissacranti, in cui Alexandra Censi, autrice venuta alla ribalta con La risata dei mostri, ci presenta un mondo in cui uomini e divinità, coi loro pregi e i loro difetti, si ritrovano a condividere lo stesso spazio d’azione. Un palcoscenico profondamente terreno che trova la sua ambientazione al di fuori del Grande Raccordo Anulare, alla periferia di Roma, tra centri commerciali, supermercati, negozi improbabili, degrado e una miriade di personaggi che vanno e vengono, spesso senza un perché.“Cristo non s’è fermato a Eboli, ma alla Romanina”: definire i confini di un mondo così caotico è però impresa ardua quando a muoverne i fili ci pensa un Dio cui sfuggono troppe cose di mano.
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
Dio assume un Dio stagista; la creazione del mondo è un rimborso spese paradisiaco; il brodo primordiale, una volta assaggiato, ha lo stesso sapore della vodka. Dieci racconti dissacranti, in cui Alexandra Censi, autrice venuta alla ribalta con La risata dei mostri, ci presenta un mondo in cui uomini e divinità, coi loro pregi e i loro difetti, si ritrovano a condividere lo stesso spazio d’azione. Un palcoscenico profondamente terreno che trova la sua ambientazione al di fuori del Grande Raccordo Anulare, alla periferia di Roma, tra centri commerciali, supermercati, negozi improbabili, degrado e una miriade di personaggi che vanno e vengono, spesso senza un perché.“Cristo non s’è fermato a Eboli, ma alla Romanina”: definire i confini di un mondo così caotico è però impresa ardua quando a muoverne i fili ci pensa un Dio cui sfuggono troppe cose di mano.