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Nell’autunno-inverno del 1943 la Valsusa fu segnata da una serie di sabotaggi, alcuni tentati, altri portati a segno, dai partigiani nei confronti della linea ferroviaria Torino-Lyon che i nazisti usavano per spostare uomini e mezzi tra la Francia e l’Italia. Il treno che va in Francia se ne fa testimone, raccogliendo, sotto la forma di interviste immaginate, le voci di alcuni dei coraggiosi sabotatori: Carlo Carli, Paolo Gobetti, Walter Fontan, Ugo Berga, don Francesco Foglia, Segio Bellone, Vittorio Blandino, Teresio Bianco Dolino, don Luigi Pautasso, Ettore Marchesini e il misterioso sabotatore della galleria del Frejus del 10 settembre 1943. Le loro storie si mescolanono a intrecciarsi, lasciando intravedere il volto di quella che fu la Resistenza in Valsusa.
Nell’autunno-inverno del 1943 la Valsusa fu segnata da una serie di sabotaggi, alcuni tentati, altri portati a segno, dai partigiani nei confronti della linea ferroviaria Torino-Lyon che i nazisti usavano per spostare uomini e mezzi tra la Francia e l’Italia. Il treno che va in Francia se ne fa testimone, raccogliendo, sotto la forma di interviste immaginate, le voci di alcuni dei coraggiosi sabotatori: Carlo Carli, Paolo Gobetti, Walter Fontan, Ugo Berga, don Francesco Foglia, Segio Bellone, Vittorio Blandino, Teresio Bianco Dolino, don Luigi Pautasso, Ettore Marchesini e il misterioso sabotatore della galleria del Frejus del 10 settembre 1943. Le loro storie si mescolanono a intrecciarsi, lasciando intravedere il volto di quella che fu la Resistenza in Valsusa.
Nonna Dedé vuole tornare nel suo villaggio natale prima della sua morte. Il viaggio, brevissimo, non è possibile perché è oltre un limite che non può essere superato. Entrare e uscire dall’Albania, negli anni della dittatura di Enver Hoxha, è infatti impossibile; il desiderio, però, di rivedere i famigliari ancora in vita e i luoghi dell’infanzia e di porgere un fiore sulla lapide dei propri genitori è così grande che deve fare di tutto per ottenere il permesso di attraversare il confine.
Traduzione di Iris Hajdari
Nonna Dedé vuole tornare nel suo villaggio natale prima della sua morte. Il viaggio, brevissimo, non è possibile perché è oltre un limite che non può essere superato. Entrare e uscire dall’Albania, negli anni della dittatura di Enver Hoxha, è infatti impossibile; il desiderio, però, di rivedere i famigliari ancora in vita e i luoghi dell’infanzia e di porgere un fiore sulla lapide dei propri genitori è così grande che deve fare di tutto per ottenere il permesso di attraversare il confine.
Traduzione di Iris Hajdari
Grande attesa per il primo volume di una trilogia tra thriller e noir che, dopo la Russia, vuole catturare il lettore italiano ed europeo.
Nel cuore di San Pietroburgo, un omicidio inspiegabile all’interno di una palestra. Una ritualità insolita e una lista di sospettati che si addensa intorno ai collaboratori più stretti di Sergej, l’oligarca ucciso, proprietario dei centri fitness. A Sasha Reggiani, un italo-russo con un passato nei Servizi italiani, istruttore del centro sportivo, e all’investigatore Gribanov, della Omicidi di San Pietroburgo, il compito di sbrogliare la complicata matassa. Implacabile come una mannaia, su tutte le persone che ruotavano nella vita di Sergej, si abbatte la scure della giustizia, ma nessuno sembra aver messo in atto un delitto incomprensibile e dalle modalità insolite. Tutti hanno un motivo per voler morto il proprio capo ma, nei fatti, gli alibi reggono e non ci sono prove schiaccianti. Anche Sasha, uomo dal passato tormentato e dalla vita sentimentale devastante, potrebbe essere l’assassino, ma Gribanov ritiene pi. vantaggioso usare il “mezzo sangue” per le sue ottime capacità. investigative, e farlo diventare un valido alleato. In una San Pietroburgo lunare e oscura, tra mille colpi di scena, la vita intima dei due protagonisti si dispiega e si approfondisce al ritmo della vicenda, fino all’inevitabile finale.
Grande attesa per il primo volume di una trilogia tra thriller e noir che, dopo la Russia, vuole catturare il lettore italiano ed europeo.
Nel cuore di San Pietroburgo, un omicidio inspiegabile all’interno di una palestra. Una ritualità insolita e una lista di sospettati che si addensa intorno ai collaboratori più stretti di Sergej, l’oligarca ucciso, proprietario dei centri fitness. A Sasha Reggiani, un italo-russo con un passato nei Servizi italiani, istruttore del centro sportivo, e all’investigatore Gribanov, della Omicidi di San Pietroburgo, il compito di sbrogliare la complicata matassa. Implacabile come una mannaia, su tutte le persone che ruotavano nella vita di Sergej, si abbatte la scure della giustizia, ma nessuno sembra aver messo in atto un delitto incomprensibile e dalle modalità insolite. Tutti hanno un motivo per voler morto il proprio capo ma, nei fatti, gli alibi reggono e non ci sono prove schiaccianti. Anche Sasha, uomo dal passato tormentato e dalla vita sentimentale devastante, potrebbe essere l’assassino, ma Gribanov ritiene pi. vantaggioso usare il “mezzo sangue” per le sue ottime capacità. investigative, e farlo diventare un valido alleato. In una San Pietroburgo lunare e oscura, tra mille colpi di scena, la vita intima dei due protagonisti si dispiega e si approfondisce al ritmo della vicenda, fino all’inevitabile finale.
Roma, periferia nord-est. Migliore, 32 anni, laureato, tira avanti con lavori occasionali, finché un articolo letto su una rivista gli suggerisce l’idea di mantenersi sottraendo e vendendo al mercato nero il vetro della raccolta differenziata. Chiede allora in prestito un furgone all’amico Diandro, un indipendentista ceceno che ha imparato l’italiano stampato nei libri, e parla per citazioni. Durante uno dei suoi viaggi, Migliore salva Xenia, una prostituta, dal pestaggio del suo lenone. Quando informa Diandro dell’accaduto, viene a sapere che dietro al traffico di ragazze dell’Est Europa ci sono ex agenti del kgb. In una Roma notturna e infida, teatro di un rocambolesco susseguirsi di avventure tra il tragico e il comico, i due amici proveranno a salvare se stessi e la ragazza. Coniugando profondità e ironia, Borghi dà voce agli emarginati e, prendendo spunto da verità investigative, illumina realtà sconosciute.
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
Roma, periferia nord-est. Migliore, 32 anni, laureato, tira avanti con lavori occasionali, finché un articolo letto su una rivista gli suggerisce l’idea di mantenersi sottraendo e vendendo al mercato nero il vetro della raccolta differenziata. Chiede allora in prestito un furgone all’amico Diandro, un indipendentista ceceno che ha imparato l’italiano stampato nei libri, e parla per citazioni. Durante uno dei suoi viaggi, Migliore salva Xenia, una prostituta, dal pestaggio del suo lenone. Quando informa Diandro dell’accaduto, viene a sapere che dietro al traffico di ragazze dell’Est Europa ci sono ex agenti del kgb. In una Roma notturna e infida, teatro di un rocambolesco susseguirsi di avventure tra il tragico e il comico, i due amici proveranno a salvare se stessi e la ragazza. Coniugando profondità e ironia, Borghi dà voce agli emarginati e, prendendo spunto da verità investigative, illumina realtà sconosciute.
«Questa raccolta di racconti è uno spartiacque della realtà del Kosovo. L’autore, tramite un linguaggio diretto ed efficace, senza giochi di parole, fa conoscere un mondo nuovo e quasi sconosciuto al lettore italiano»
Gëzim Hajdari
Questa raccolta di racconti, al tempo stesso realistici e surreali, è un libro importantissimo perché è la prima opera kosovara tradotta in Italia.
Con un linguaggio al tempo stesso crudo e divertente, l’autore indaga la vita quotidiana di uomini e donne che resistono al dolore di una guerra infinita.
Il lettore, senza accorgersene, si troverà catapultato in uno scenario inquietante ma profondamente vivo in cui passato e futuro, realtà e sogno, rassegnazione e speranza sono due facce della stessa medaglia.
In questa “fiera dei sogni” la desolazione, la povertà, la prostituzione, la follia umana lasciano il posto all’amicizia e all’amore per il prossimo, valori che traspaiono in ogni parola.
| traduzione di Iris Hajdari |
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
«Questa raccolta di racconti è uno spartiacque della realtà del Kosovo. L’autore, tramite un linguaggio diretto ed efficace, senza giochi di parole, fa conoscere un mondo nuovo e quasi sconosciuto al lettore italiano»
Gëzim Hajdari
Questa raccolta di racconti, al tempo stesso realistici e surreali, è un libro importantissimo perché è la prima opera kosovara tradotta in Italia.
Con un linguaggio al tempo stesso crudo e divertente, l’autore indaga la vita quotidiana di uomini e donne che resistono al dolore di una guerra infinita.
Il lettore, senza accorgersene, si troverà catapultato in uno scenario inquietante ma profondamente vivo in cui passato e futuro, realtà e sogno, rassegnazione e speranza sono due facce della stessa medaglia.
In questa “fiera dei sogni” la desolazione, la povertà, la prostituzione, la follia umana lasciano il posto all’amicizia e all’amore per il prossimo, valori che traspaiono in ogni parola.
| traduzione di Iris Hajdari |
Angelo Moral è un antropologo alla ricerca di suo padre, creduto a lungo morto. La sua irruzione, improvvisa e casuale, nella realtà apparentemente immutabile di due paesini della provincia toscana si innesta nella vicenda di una setta che predica l’eternità sulla Terra sfruttando debolezze e fragilità dell’animo umano. In un gioco di scambi e di specchi, La mala eternità racconta come una minuscola casella di un passato dimenticato, forse per convenienza o paura, spostata avanti nel tempo, scateni il disordine e l’imprevedibile, portando in superficie, dal profondo, la parte più oscura di ognuno.
Echos, Home page, In vetrina, Narrativa
Angelo Moral è un antropologo alla ricerca di suo padre, creduto a lungo morto. La sua irruzione, improvvisa e casuale, nella realtà apparentemente immutabile di due paesini della provincia toscana si innesta nella vicenda di una setta che predica l’eternità sulla Terra sfruttando debolezze e fragilità dell’animo umano. In un gioco di scambi e di specchi, La mala eternità racconta come una minuscola casella di un passato dimenticato, forse per convenienza o paura, spostata avanti nel tempo, scateni il disordine e l’imprevedibile, portando in superficie, dal profondo, la parte più oscura di ognuno.
Settembre 1943: Roma si arrende all’esercito di Hitler e il tenente Giaime Pintor – giovane e brillante letterato, poeta e traduttore, collaboratore della neonata casa editrice Einaudi – decide di impegnarsi a fondo nella guerra di liberazione. Raggiunti a Brindisi il re e il maresciallo Badoglio, e deluso dal loro immobilismo, si porta a Napoli, appena riconquistata dagli Alleati affiancati dalla popolazione, per contribuire alla formazione di un corpo di volontari italiani. Il fallimento di questo progetto non lo ferma, e Pintor accetta la proposta degli inglesi di fargli riattraversare le linee insieme ad alcuni compagni per stabilire un collegamento con i primi gruppi partigiani. Il tragico epilogo della missione conclude la vicenda esemplare di un intellettuale che, unendo in sé pensiero e azione, talento poetico e rigore morale, sacrifica la propria vita per il riscatto dell’Italia in uno dei momenti più bui della sua storia.
Collane, Echos, In vetrina, Varia
Settembre 1943: Roma si arrende all’esercito di Hitler e il tenente Giaime Pintor – giovane e brillante letterato, poeta e traduttore, collaboratore della neonata casa editrice Einaudi – decide di impegnarsi a fondo nella guerra di liberazione. Raggiunti a Brindisi il re e il maresciallo Badoglio, e deluso dal loro immobilismo, si porta a Napoli, appena riconquistata dagli Alleati affiancati dalla popolazione, per contribuire alla formazione di un corpo di volontari italiani. Il fallimento di questo progetto non lo ferma, e Pintor accetta la proposta degli inglesi di fargli riattraversare le linee insieme ad alcuni compagni per stabilire un collegamento con i primi gruppi partigiani. Il tragico epilogo della missione conclude la vicenda esemplare di un intellettuale che, unendo in sé pensiero e azione, talento poetico e rigore morale, sacrifica la propria vita per il riscatto dell’Italia in uno dei momenti più bui della sua storia.
Un fotografo e un vagabondo si incontrano, per le strade di Cracovia. Entrambi stanno svanendo: c’è chi si sente già svanito da un pezzo e chi l’ha appena scoperto. Perché è questo il destino di chi sta perdendo cose nella vita, di chi sta perdendo il senso e, insieme, il tempo: si svanisce. E, mentre il fotografo e il vagabondo scoprono di essere i riflessi della stessa immagine, insieme, ne ridono. Ridono di se stessi, come due che non hanno perduto una macchina fotografica, o il lavoro o l’amore e che non stanno perdendo un mucchio d’altre cose
Un fotografo e un vagabondo si incontrano, per le strade di Cracovia. Entrambi stanno svanendo: c’è chi si sente già svanito da un pezzo e chi l’ha appena scoperto. Perché è questo il destino di chi sta perdendo cose nella vita, di chi sta perdendo il senso e, insieme, il tempo: si svanisce. E, mentre il fotografo e il vagabondo scoprono di essere i riflessi della stessa immagine, insieme, ne ridono. Ridono di se stessi, come due che non hanno perduto una macchina fotografica, o il lavoro o l’amore e che non stanno perdendo un mucchio d’altre cose
Alessandro Corti ha poco più di trent’anni e lavora come psicologo in uno studio privato a Imperia. In un pomeriggio di agosto, mentre il sole cocente riscalda la Riviera, apprende dalla radio che una misteriosa epidemia ha colpito la Liguria. Decide di spingersi verso l’entroterra, prima che si scateni l’annunciata catastrofe. Alessandro vede i morti resuscitare e un’intera provincia cadere vittima di una vera e propria apocalisse. I pochi rimasti in vita sono costretti a lottare per la sopravvivenza e cedere ai peggiori istinti di potere e sopraffazione. L’uomo trova rifugio in un paesino di pochi abitanti, Conio, nel quale sperimenta il calore di una comunità autentica, che prova a tenere vivi i valori di un tempo.
Alessandro Corti ha poco più di trent’anni e lavora come psicologo in uno studio privato a Imperia. In un pomeriggio di agosto, mentre il sole cocente riscalda la Riviera, apprende dalla radio che una misteriosa epidemia ha colpito la Liguria. Decide di spingersi verso l’entroterra, prima che si scateni l’annunciata catastrofe. Alessandro vede i morti resuscitare e un’intera provincia cadere vittima di una vera e propria apocalisse. I pochi rimasti in vita sono costretti a lottare per la sopravvivenza e cedere ai peggiori istinti di potere e sopraffazione. L’uomo trova rifugio in un paesino di pochi abitanti, Conio, nel quale sperimenta il calore di una comunità autentica, che prova a tenere vivi i valori di un tempo.
La Salamandra è Marisol Starčević, così soprannominata per via della malattia da cui è affetta fin dalla prima infanzia, che le rende la pelle fragile come le ali di una farfalla ed esposta a segnarsi a ogni più lieve tocco. Ma anche il profilo genetico di Marisol è “a chiazze”, essendo figlia di un militare serbo e di una cubana, che ha trasmesso nel sangue di Marisol il suo amore per il mare e per la Santeria. La scena è la fredda e montuosa Srebrenica, luogo, 25 anni fa, del più atroce episodio di guerra della storia d’Europa dopo la fine del Secondo conflitto mondiale. Con il suo sangue meticcio, Marisol diventa il simulacro vivente della resistenza all’abbandono delle logiche identitarie della guerra etnica e fratricida, nel baratro della quale è piombato il Paese. La sua fragilità è il più forte baluardo contro la violenza.
La Salamandra è Marisol Starčević, così soprannominata per via della malattia da cui è affetta fin dalla prima infanzia, che le rende la pelle fragile come le ali di una farfalla ed esposta a segnarsi a ogni più lieve tocco. Ma anche il profilo genetico di Marisol è “a chiazze”, essendo figlia di un militare serbo e di una cubana, che ha trasmesso nel sangue di Marisol il suo amore per il mare e per la Santeria. La scena è la fredda e montuosa Srebrenica, luogo, 25 anni fa, del più atroce episodio di guerra della storia d’Europa dopo la fine del Secondo conflitto mondiale. Con il suo sangue meticcio, Marisol diventa il simulacro vivente della resistenza all’abbandono delle logiche identitarie della guerra etnica e fratricida, nel baratro della quale è piombato il Paese. La sua fragilità è il più forte baluardo contro la violenza.
Un viaggio nei luoghi e nell’opera di Antonio Tabucchi.
Tutto è iniziato con una gita scolastica, poi è arrivato altro. Fino a costruirsi quasi da sola la scrittura del mio andare, come una trama invisibile popolata di personaggi umanissimi. Così ho raccontato il mio viaggio nei luoghi della vita e della letteratura di Antonio Tabucchi e il mio incontro con persone a lui care. Pisa, Firenze, Lisbona, Parigi, le Azzorre, Creta: ogni tappa, un pezzo di mondo in più che ho provato a comprendere.
“I libri di Antonio Tabucchi costringono il lettore al viaggio. Solo che Tabucchi ha superpoteri grandiosi di ubiquità, e il lettore, chiunque sia, gli rimarrà sempre dietro. Maria Cristina Mannocchi ha un bel paio di ali sulle spalle. L’ha inseguito, lo sta inseguendo, e di certo continuerà a farlo perché il suo intento è quello di attirare il grande scrittore in un colloquio che ce lo riporterà indietro, facendogli ripercorrere quei luoghi così suoi diventati nel tempo anche i nostri”.
Romana Petri
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
Un viaggio nei luoghi e nell’opera di Antonio Tabucchi.
Tutto è iniziato con una gita scolastica, poi è arrivato altro. Fino a costruirsi quasi da sola la scrittura del mio andare, come una trama invisibile popolata di personaggi umanissimi. Così ho raccontato il mio viaggio nei luoghi della vita e della letteratura di Antonio Tabucchi e il mio incontro con persone a lui care. Pisa, Firenze, Lisbona, Parigi, le Azzorre, Creta: ogni tappa, un pezzo di mondo in più che ho provato a comprendere.
“I libri di Antonio Tabucchi costringono il lettore al viaggio. Solo che Tabucchi ha superpoteri grandiosi di ubiquità, e il lettore, chiunque sia, gli rimarrà sempre dietro. Maria Cristina Mannocchi ha un bel paio di ali sulle spalle. L’ha inseguito, lo sta inseguendo, e di certo continuerà a farlo perché il suo intento è quello di attirare il grande scrittore in un colloquio che ce lo riporterà indietro, facendogli ripercorrere quei luoghi così suoi diventati nel tempo anche i nostri”.
Romana Petri
Diciotto racconti che portano a galla le dinamiche più nascoste e private che scuotono, oppure immobilizzano, la quotidianità delle persone. I protagonisti sono spesso persone brutali, ferine, estremamente impulsive. Il lettore urta bruscamente con i loro istinti primordiali, con la loro incapacità di autocontrollarsi. Tutto è, al tempo stesso, giusto e sbagliato. C’è morte, c’è tradimento, c’è noia, c’è vendetta. Ma c’è soprattutto il sesso, l’unico vero fil rouge che unisce tutto quanto. Sesso che si traduce, tra le pagine di questo intenso debutto letterario, in evasione, trasgressione o semplicemente in sopravvivenza.
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
Diciotto racconti che portano a galla le dinamiche più nascoste e private che scuotono, oppure immobilizzano, la quotidianità delle persone. I protagonisti sono spesso persone brutali, ferine, estremamente impulsive. Il lettore urta bruscamente con i loro istinti primordiali, con la loro incapacità di autocontrollarsi. Tutto è, al tempo stesso, giusto e sbagliato. C’è morte, c’è tradimento, c’è noia, c’è vendetta. Ma c’è soprattutto il sesso, l’unico vero fil rouge che unisce tutto quanto. Sesso che si traduce, tra le pagine di questo intenso debutto letterario, in evasione, trasgressione o semplicemente in sopravvivenza.