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Amélie, restauratrice dal singolare talento, inizia a soffrire di ipocondria e attacchi di panico dopo aver affrontato il primo momento difficile della sua carriera. Vive da due anni a Firenze, dove ha il coraggio di percorrere un solo tratto di strada, quello fra casa sua e il luogo di lavoro. Alberto è un avvocato, tanto altezzoso quanto insoddisfatto, che lavora malvolentieri in una biblioteca per avere un po’ di indipendenza economica. Giulia, la sua danzata, insicura e timorosa, è un ingegnere alle prese con importanti scelte professionali, che potrebbero finalmente dare uno scossone alla sua carriera e alla sua vita. Vittima della frustrazione e della gelosia del suo compagno, riesce a malapena a prendere una decisione. Quando Alberto trova in biblioteca un libriccino estremamente datato, legato alla figura di Leonardo da Vinci e al suo ultimo capolavoro, il San Giovanni Battista, le tre storie convergono, sviluppandosi all’interno di un giallo psicologico che non si svelerà no alle ultime, imprevedibili, battute finali, e rivelando ai protagonisti importanti verità sulla vita e sul suo naturale percorso.
Amélie, restauratrice dal singolare talento, inizia a soffrire di ipocondria e attacchi di panico dopo aver affrontato il primo momento difficile della sua carriera. Vive da due anni a Firenze, dove ha il coraggio di percorrere un solo tratto di strada, quello fra casa sua e il luogo di lavoro. Alberto è un avvocato, tanto altezzoso quanto insoddisfatto, che lavora malvolentieri in una biblioteca per avere un po’ di indipendenza economica. Giulia, la sua danzata, insicura e timorosa, è un ingegnere alle prese con importanti scelte professionali, che potrebbero finalmente dare uno scossone alla sua carriera e alla sua vita. Vittima della frustrazione e della gelosia del suo compagno, riesce a malapena a prendere una decisione. Quando Alberto trova in biblioteca un libriccino estremamente datato, legato alla figura di Leonardo da Vinci e al suo ultimo capolavoro, il San Giovanni Battista, le tre storie convergono, sviluppandosi all’interno di un giallo psicologico che non si svelerà no alle ultime, imprevedibili, battute finali, e rivelando ai protagonisti importanti verità sulla vita e sul suo naturale percorso.
In attesa di cortese riscontro è il sigillo finale delle lettere che Anna Cabrini, donna, laureata e per giunta sposata e con velleità letterarie, invia ai suoi potenziali datori di lavoro nella solida immobilità dell’operosa provincia padana. Dalla perdita del lavoro come perdita di identità, la ricerca di Anna diventa viaggio esistenziale, un’attesa metafisica che si intreccerà con un’altra attesa, quella della sorella Sofia, alla ricerca disperata di una maternità oltre i dolorosi limiti dell’infertilità nel paese della Legge 40⁄2004.
Anna e Sofia. Due sorelle. Due donne in attesa. Due binari apparentemente separati e paralleli, che hanno come deno- minatore comune la forza di riconciliare microcosmo e macrocosmo nella precarietà e sterilità di un tempo ancora scandito al maschile. Entrambe dovranno fronteggiare il proprio esilio, in attesa, ciascuna, di un cortese riscontro dalla vita.
In attesa di cortese riscontro è il sigillo finale delle lettere che Anna Cabrini, donna, laureata e per giunta sposata e con velleità letterarie, invia ai suoi potenziali datori di lavoro nella solida immobilità dell’operosa provincia padana. Dalla perdita del lavoro come perdita di identità, la ricerca di Anna diventa viaggio esistenziale, un’attesa metafisica che si intreccerà con un’altra attesa, quella della sorella Sofia, alla ricerca disperata di una maternità oltre i dolorosi limiti dell’infertilità nel paese della Legge 40⁄2004.
Anna e Sofia. Due sorelle. Due donne in attesa. Due binari apparentemente separati e paralleli, che hanno come deno- minatore comune la forza di riconciliare microcosmo e macrocosmo nella precarietà e sterilità di un tempo ancora scandito al maschile. Entrambe dovranno fronteggiare il proprio esilio, in attesa, ciascuna, di un cortese riscontro dalla vita.
Suo padre è morto. A Enrica non resta che respirare la sua assenza. La perdita di quest’uomo che, anche in vita, le aveva regalato una presenza tanto forte quanto incerta la sprona a tagliare i rapporti con gli uomini più ingombranti del suo presente, focalizzandosi su nuove riflessioni. Ogni dettaglio la porta a rivivere il proprio passato, traendo uno spunto per interrogarsi sulla propria immobilità, sul proprio io in stasi ormai da troppo, e donandole infine una luce nuova per ripartire soltanto da sé.
Collane, Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Suo padre è morto. A Enrica non resta che respirare la sua assenza. La perdita di quest’uomo che, anche in vita, le aveva regalato una presenza tanto forte quanto incerta la sprona a tagliare i rapporti con gli uomini più ingombranti del suo presente, focalizzandosi su nuove riflessioni. Ogni dettaglio la porta a rivivere il proprio passato, traendo uno spunto per interrogarsi sulla propria immobilità, sul proprio io in stasi ormai da troppo, e donandole infine una luce nuova per ripartire soltanto da sé.
Capelli, che iniziano a cadere e a ingrigirsi, facendoti accorgere dello scorrere del tempo. Pelle che diventa rossa, lasciando trasparire ansie e paure. Gola, infiammata dal fumo di centinaia di sigarette; e mani, tremanti e sudate, troppo insicure per riparare dalle cadute. Cuore che batte, accelera, per poi fermarsi senza preavviso alcuno. Viscere, torturate dalle emozioni forti della vita, come la gelosia. Gambe che continuano a camminare nonostante la stanchezza, in cerca di una meta, o soltanto di una verità. Un racconto e un flusso di coscienza che, andando a ritroso nel passato, porta a galla tutto ciò che è necessario per ripartire e andare avanti, nella luce di un futuro aprile.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Capelli, che iniziano a cadere e a ingrigirsi, facendoti accorgere dello scorrere del tempo. Pelle che diventa rossa, lasciando trasparire ansie e paure. Gola, infiammata dal fumo di centinaia di sigarette; e mani, tremanti e sudate, troppo insicure per riparare dalle cadute. Cuore che batte, accelera, per poi fermarsi senza preavviso alcuno. Viscere, torturate dalle emozioni forti della vita, come la gelosia. Gambe che continuano a camminare nonostante la stanchezza, in cerca di una meta, o soltanto di una verità. Un racconto e un flusso di coscienza che, andando a ritroso nel passato, porta a galla tutto ciò che è necessario per ripartire e andare avanti, nella luce di un futuro aprile.
Sullo sfondo di una Milano gelida, quattro personaggi si incontrano e si scontrano tra loro, tutti accomunati dallo stesso problema: soffrono di insonnia. Amanda ogni mattina si reca al parco per fotografare l’alba, Fulvio ogni mattina la cerca con gli occhi. Entrambi sono soli, finché non iniziano a conoscersi. La loro intensa conoscenza, in realtà, ha la durata di una notte. Vera e Claude, invece, sono una coppia di lunga data, lei musicista, lui giornalista, si amano e si odiano alla follia. Non dormono quasi mai e hanno caratteri irascibili. Entrambi hanno tanto bisogno dei propri spazi quanto di condividerli con l’altro. In un beffardo gioco di scambi di coppie, ognuno di questi personaggi provati più che mai da notti insonni dovrà affrontare la propria fragilità decidendo della propria vita: andare avanti o farla finita? Provare o rinunciare? Restare o andare via?
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Sullo sfondo di una Milano gelida, quattro personaggi si incontrano e si scontrano tra loro, tutti accomunati dallo stesso problema: soffrono di insonnia. Amanda ogni mattina si reca al parco per fotografare l’alba, Fulvio ogni mattina la cerca con gli occhi. Entrambi sono soli, finché non iniziano a conoscersi. La loro intensa conoscenza, in realtà, ha la durata di una notte. Vera e Claude, invece, sono una coppia di lunga data, lei musicista, lui giornalista, si amano e si odiano alla follia. Non dormono quasi mai e hanno caratteri irascibili. Entrambi hanno tanto bisogno dei propri spazi quanto di condividerli con l’altro. In un beffardo gioco di scambi di coppie, ognuno di questi personaggi provati più che mai da notti insonni dovrà affrontare la propria fragilità decidendo della propria vita: andare avanti o farla finita? Provare o rinunciare? Restare o andare via?
Una donna in lotta con una malattia rara, la sclerosi tuberosa, decide di affidare le sue emozioni alla scrittura: ne viene fuori un diario ininterrotto della donna con la propria anima, in cui l’autrice racconta, con garbo e semplicità, le lotte quotidiane che attraversano ogni vita.
Una donna in lotta con una malattia rara, la sclerosi tuberosa, decide di affidare le sue emozioni alla scrittura: ne viene fuori un diario ininterrotto della donna con la propria anima, in cui l’autrice racconta, con garbo e semplicità, le lotte quotidiane che attraversano ogni vita.
Frammentario, poetico, a tratti misterioso, Kernel è un romanzo sui generis che mette a nudo la società contemporanea facendo uso del suo linguaggio e delle sue contraddizioni. L’ambientazione è Londra, capitale dell’Europa globale degli anni Zero, e il protagonista è un compositore che comincia a lavorare in un piccolo studio per realizzare musiche di videogiochi. La narrazione, in prima persona, rincorre gli eventi – rimanendo su una superficie liquida in cui si scontrano rapporti personali, fantasie e ricordi che ritornano alla memoria – e mette a nudo la fragilità dell’esistenza, in un mondo al tempo stesso iperconnesso e immerso nella solitudine. In un gioco di realtà e finzione in cui anche il narratore sembra perdere contatto con se stesso, si cerca una soluzione per provare a sopravvivere. Ma è possibile, davvero, cambiare il corso degli eventi?
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Frammentario, poetico, a tratti misterioso, Kernel è un romanzo sui generis che mette a nudo la società contemporanea facendo uso del suo linguaggio e delle sue contraddizioni. L’ambientazione è Londra, capitale dell’Europa globale degli anni Zero, e il protagonista è un compositore che comincia a lavorare in un piccolo studio per realizzare musiche di videogiochi. La narrazione, in prima persona, rincorre gli eventi – rimanendo su una superficie liquida in cui si scontrano rapporti personali, fantasie e ricordi che ritornano alla memoria – e mette a nudo la fragilità dell’esistenza, in un mondo al tempo stesso iperconnesso e immerso nella solitudine. In un gioco di realtà e finzione in cui anche il narratore sembra perdere contatto con se stesso, si cerca una soluzione per provare a sopravvivere. Ma è possibile, davvero, cambiare il corso degli eventi?
Negli anni Ottanta, il quartiere Pietralata è ancora una baraccopoli: d’inverno, quando l’Aniene straripa, allaga le fatiscenti casette da sette lire costruite negli anni Trenta; vecchi capanni e cantine si alternano ai nuovi palazzoni dell’edilizia economica. In questo suburbio nomentano tenuto ancora allo stato selvaggio da un’amministrazione assente, un grande albero riceve silenzioso le confidenze di un ragazzino di borgata costretto a crescere troppo in fretta, tra violenza familiare e disagi di periferia. Cominciando dalla sua infanzia difficile, l’autore ci racconta un percorso esistenziale di riscatto e redenzione.
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Negli anni Ottanta, il quartiere Pietralata è ancora una baraccopoli: d’inverno, quando l’Aniene straripa, allaga le fatiscenti casette da sette lire costruite negli anni Trenta; vecchi capanni e cantine si alternano ai nuovi palazzoni dell’edilizia economica. In questo suburbio nomentano tenuto ancora allo stato selvaggio da un’amministrazione assente, un grande albero riceve silenzioso le confidenze di un ragazzino di borgata costretto a crescere troppo in fretta, tra violenza familiare e disagi di periferia. Cominciando dalla sua infanzia difficile, l’autore ci racconta un percorso esistenziale di riscatto e redenzione.
«Cosa racconta la storia delle storie?», la bambina chiedeva ogni sera alla madre, prima di addormentarsi.
«Me la racconterai un giorno?», incalzava impaziente, senza risolversi a dormire.La madre spegneva la luce e rimaneva in silenzio.
Nel buio e nel silenzio, la bambina cominciava allora a raccontare una storia.
Fiabe minimali, parabole sapienziali, trascrizioni laconiche di illuminanti e abbaglianti visioni il cui senso è nello stesso tempo lampante e indecifrabile. Sono poesie in prosa nate da una forma – se così si può dire – di mistico raziocinio.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
«Cosa racconta la storia delle storie?», la bambina chiedeva ogni sera alla madre, prima di addormentarsi.
«Me la racconterai un giorno?», incalzava impaziente, senza risolversi a dormire.La madre spegneva la luce e rimaneva in silenzio.
Nel buio e nel silenzio, la bambina cominciava allora a raccontare una storia.
Fiabe minimali, parabole sapienziali, trascrizioni laconiche di illuminanti e abbaglianti visioni il cui senso è nello stesso tempo lampante e indecifrabile. Sono poesie in prosa nate da una forma – se così si può dire – di mistico raziocinio.
L’altro lato del mio mare è uno spazio interiore in cui si cela quello che potremmo essere, è il luogo dove albergano le nostre potenzialità inespresse. Incapace di integrarsi con il resto della società a causa di un grave trauma infantile, il protagonista vive le sue giornate in uno stato di apatia e assenza. Tra ricoveri in ospedale psichiatrico e giornate passate in terrazzo a giocare con l’aquilone, le poche persone a cui è consentito l’accesso alla propria vita sono quelle che condividono con lui un’esistenza ai margini. L’incontro con Mia, ragazza libica immigrata in Italia, sarà la scintilla che lo porterà a riscoprirsi presente. Quando, dopo l’ennesima crisi, il protagonista perderà ogni sua traccia, si troverà a compiere atti di inaspettato coraggio pur di rintracciarla, coinvolgendo gli amici e abbandonando quell’alibi di malattia dietro il quale si era sempre rifugiato. La ricerca di Mia lo porterà a scontrarsi col mondo e a intraprendere un percorso che, forse, lo porterà a divenire se stesso.
Catalogo, Officina, Officina Ensemble
L’altro lato del mio mare è uno spazio interiore in cui si cela quello che potremmo essere, è il luogo dove albergano le nostre potenzialità inespresse. Incapace di integrarsi con il resto della società a causa di un grave trauma infantile, il protagonista vive le sue giornate in uno stato di apatia e assenza. Tra ricoveri in ospedale psichiatrico e giornate passate in terrazzo a giocare con l’aquilone, le poche persone a cui è consentito l’accesso alla propria vita sono quelle che condividono con lui un’esistenza ai margini. L’incontro con Mia, ragazza libica immigrata in Italia, sarà la scintilla che lo porterà a riscoprirsi presente. Quando, dopo l’ennesima crisi, il protagonista perderà ogni sua traccia, si troverà a compiere atti di inaspettato coraggio pur di rintracciarla, coinvolgendo gli amici e abbandonando quell’alibi di malattia dietro il quale si era sempre rifugiato. La ricerca di Mia lo porterà a scontrarsi col mondo e a intraprendere un percorso che, forse, lo porterà a divenire se stesso.
Pietro è un animale. È questo che gli hanno fatto credere in famiglia sin da quando era bambino. Trasferitosi con la famiglia in un paesino di campagna, giungerà alla scoperta della sua vera natura e alla faticosa transizione dall’inumano all’umano che ogni uomo è tenuto a compiere da solo. Surreale e visionario, L’animale è un romanzo di formazione sulla condizione umana.
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Pietro è un animale. È questo che gli hanno fatto credere in famiglia sin da quando era bambino. Trasferitosi con la famiglia in un paesino di campagna, giungerà alla scoperta della sua vera natura e alla faticosa transizione dall’inumano all’umano che ogni uomo è tenuto a compiere da solo. Surreale e visionario, L’animale è un romanzo di formazione sulla condizione umana.
Assistere può essere un verbo intransitivo (essere presente a uno spettacolo, a una conferenza), o transitivo (stare vicino a qualcuno per aiutarlo, per soccorrerlo). Anche se usiamo questo verbo con disinvoltura, raramente ci soffermiamo a pensare che il suo significato può essere antitetico. Per esempio: i passanti assistono all’incidente, ma nessuno di loro assiste i feriti. L’assistenza, pertanto, può essere tanto indifferente e distaccata, quanto partecipe e solidale. L’assistente, quindi, può essere qualcuno che assiste persone bisognose o una persona che osserva il passaggio di un corteo e se ci soffermiamo un momento a considerare l’ambivalenza di questa parola, ci accorgiamo che questo verbo è un’espressione più divergente di quanto l’abitudine predisponga. Ed è proprio partendo da questa ambivalenza che è nato questo gioco, con il quale Rodolfo Traversa si è divertito a immaginare aspetti di assistenza bislacchi, paradossali e sarcastici, che non intendono dileggiare l’aspetto transitivo dell’assistere, né irridere coloro che hanno fatto dell’assistenza la loro professione.
Officina, Officina Ensemble, Varia
Assistere può essere un verbo intransitivo (essere presente a uno spettacolo, a una conferenza), o transitivo (stare vicino a qualcuno per aiutarlo, per soccorrerlo). Anche se usiamo questo verbo con disinvoltura, raramente ci soffermiamo a pensare che il suo significato può essere antitetico. Per esempio: i passanti assistono all’incidente, ma nessuno di loro assiste i feriti. L’assistenza, pertanto, può essere tanto indifferente e distaccata, quanto partecipe e solidale. L’assistente, quindi, può essere qualcuno che assiste persone bisognose o una persona che osserva il passaggio di un corteo e se ci soffermiamo un momento a considerare l’ambivalenza di questa parola, ci accorgiamo che questo verbo è un’espressione più divergente di quanto l’abitudine predisponga. Ed è proprio partendo da questa ambivalenza che è nato questo gioco, con il quale Rodolfo Traversa si è divertito a immaginare aspetti di assistenza bislacchi, paradossali e sarcastici, che non intendono dileggiare l’aspetto transitivo dell’assistere, né irridere coloro che hanno fatto dell’assistenza la loro professione.