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I ragazzi chimici prendono cocaina basata, mephedrone, crystal; si fanno di ecstasy, di ketamina, di viagra. Per fare sesso con altri ragazzi chimici. Il chemsex è arrivato nel Belpaese, e i pusher italiani si sono subito attrezzati con droghe che aiutano i ragazzi chimici ad andare avanti tutta la notte. Con una prosa asciutta e un linguaggio iperrealista, la counselor Angela Infante e lo scrittore Andrea Mauri raccontano le confessioni di chemsex di dieci ragazzi chimici italiani.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
I ragazzi chimici prendono cocaina basata, mephedrone, crystal; si fanno di ecstasy, di ketamina, di viagra. Per fare sesso con altri ragazzi chimici. Il chemsex è arrivato nel Belpaese, e i pusher italiani si sono subito attrezzati con droghe che aiutano i ragazzi chimici ad andare avanti tutta la notte. Con una prosa asciutta e un linguaggio iperrealista, la counselor Angela Infante e lo scrittore Andrea Mauri raccontano le confessioni di chemsex di dieci ragazzi chimici italiani.
Arrigo Balboni, classe 1893, originario di Renazzo (provincia di Ferrara) fa parte della buona fetta di generazione italiana partita per l’America in cerca di fortuna. Ex camionista, ex soldato volontario nella Prima Guerra Mondiale, pilota acrobatico, collaudatore e meccanico di aeroplani, diventa una sorta di celebrità nel piccolo mondo dell’aviazione californiana nel momento in cui si inventa una nuova attività: quella di recuperare i pezzi di aeroplani incidentati per rivenderli come ricambi o per riassemblarli costruendo nuovi mezzi funzionanti. A contatto con innumerevoli personaggi del mondo dell’aviazione, Balboni inizia a raccoglierne gli autografi inserendoli all’interno del suo Gold Book, che arriva a vantare circa diciassettemila firme. Vittima di un incidente stradale insieme al suo amico Gino, Balboni inizia a raccontargli la sua vita e la sua passione per gli aeroplani. Gino, però, stranamente non gli risponde, né sembra essere più accanto a lui… L’autore, Giuseppe Vottari, ricostruisce in questo romanzo la storia dell’esperto aviatore, prozio della moglie, attraverso le lettere, scritte nel classico linguaggio italo-americano tipico dei migranti italiani del tempo, che tra il 1928 e il 1946 regolarmente inviava ai suoi parenti italiani.
Arrigo Balboni, classe 1893, originario di Renazzo (provincia di Ferrara) fa parte della buona fetta di generazione italiana partita per l’America in cerca di fortuna. Ex camionista, ex soldato volontario nella Prima Guerra Mondiale, pilota acrobatico, collaudatore e meccanico di aeroplani, diventa una sorta di celebrità nel piccolo mondo dell’aviazione californiana nel momento in cui si inventa una nuova attività: quella di recuperare i pezzi di aeroplani incidentati per rivenderli come ricambi o per riassemblarli costruendo nuovi mezzi funzionanti. A contatto con innumerevoli personaggi del mondo dell’aviazione, Balboni inizia a raccoglierne gli autografi inserendoli all’interno del suo Gold Book, che arriva a vantare circa diciassettemila firme. Vittima di un incidente stradale insieme al suo amico Gino, Balboni inizia a raccontargli la sua vita e la sua passione per gli aeroplani. Gino, però, stranamente non gli risponde, né sembra essere più accanto a lui… L’autore, Giuseppe Vottari, ricostruisce in questo romanzo la storia dell’esperto aviatore, prozio della moglie, attraverso le lettere, scritte nel classico linguaggio italo-americano tipico dei migranti italiani del tempo, che tra il 1928 e il 1946 regolarmente inviava ai suoi parenti italiani.
Sara e Lucia si conoscono da oltre trent’anni; sono donne apparentemente forti e indipendenti, “in carriera”. Gli impegni di lavoro, un matrimonio fallito alle spalle per Sara e una figlia avuta a diciassette anni per Lucia, non impediscono alle due amiche di incontrarsi ancora ogni tanto per fare shopping, e soprattutto per parlare di uomini. Sara ha conosciuto Gilberto, Lucia ha appena incontrato Giorgio: tra confessioni e autoinganni, le due donne provano a tracciare i contorni dei rispettivi incontri amorosi. Raccontano un amore dei nostri tempi, nato per caso, portato avanti per passione, per gioco, forse anche per solitudine; un amore che si lascia narrare soltanto in prima persona, come una pagina di diario o una lettera senza risposta. Nella speranza che la somma di tutti i punti vista in una relazione, la somma di tutti gli egoismi in causa, di tutte le confidenze, possano infine rivelare alle due amiche ormai mature la vera natura dell’amore: non l’amore per quello che sarebbe potuto essere, ma l’amore per quello che è stato, se questo è amore.
Sara e Lucia si conoscono da oltre trent’anni; sono donne apparentemente forti e indipendenti, “in carriera”. Gli impegni di lavoro, un matrimonio fallito alle spalle per Sara e una figlia avuta a diciassette anni per Lucia, non impediscono alle due amiche di incontrarsi ancora ogni tanto per fare shopping, e soprattutto per parlare di uomini. Sara ha conosciuto Gilberto, Lucia ha appena incontrato Giorgio: tra confessioni e autoinganni, le due donne provano a tracciare i contorni dei rispettivi incontri amorosi. Raccontano un amore dei nostri tempi, nato per caso, portato avanti per passione, per gioco, forse anche per solitudine; un amore che si lascia narrare soltanto in prima persona, come una pagina di diario o una lettera senza risposta. Nella speranza che la somma di tutti i punti vista in una relazione, la somma di tutti gli egoismi in causa, di tutte le confidenze, possano infine rivelare alle due amiche ormai mature la vera natura dell’amore: non l’amore per quello che sarebbe potuto essere, ma l’amore per quello che è stato, se questo è amore.
Sette piccole storie raccoglie racconti di vita apparentemente diversi, ma legati da un sentimento di rivalsa e di crescita. Sono storie di trasformazione, come quella che comporta l’incontro tra Carrozzo e Carmelina, un maresciallo e una medium; storie di rinascita, come succede a Sergio quando trova il coraggio di denunciare le molestie sessuali subite fino alla maturità in un istituto religioso; storie di riscoperta di sé, come accade a Mario dopo il suo cammino verso Santiago de Compostela. Sensibili, ironiche, talvolta malinconiche o paradossali, queste piccole storie sono pronte ad accompagnarci nello scorrere delle giornate: non a caso sono sette, come i giorni della settimana!
Sette piccole storie raccoglie racconti di vita apparentemente diversi, ma legati da un sentimento di rivalsa e di crescita. Sono storie di trasformazione, come quella che comporta l’incontro tra Carrozzo e Carmelina, un maresciallo e una medium; storie di rinascita, come succede a Sergio quando trova il coraggio di denunciare le molestie sessuali subite fino alla maturità in un istituto religioso; storie di riscoperta di sé, come accade a Mario dopo il suo cammino verso Santiago de Compostela. Sensibili, ironiche, talvolta malinconiche o paradossali, queste piccole storie sono pronte ad accompagnarci nello scorrere delle giornate: non a caso sono sette, come i giorni della settimana!
Dodici donne raccontate dall’uomo che le ha amate, a volte anche per poco. Una storia attraverso le città e i corpi, in un viaggio parallelo all’esterno e all’interno delle emozioni; dell’amore con la sua geografia da disegnare; del tempo che invecchia alcune cose, altre, invece, le mantiene intatte per molti anni. Incontriamo Sherazade che ricorda gli insegnamenti di suo padre nonostante fatichi a indossare il velo; Amelia che traduce in russo il canto antico delle balene in Messico. O Simona nuda sul letto di una Lisbona in crisi, invecchiata quanto lei; Giorgia, orafa di Lecce espatriata in Canada, che sogna di poter ritornare nonostante tutto; Ariel sulla bicicletta a Parigi, finalmente libera da un amore divenuto possessione e violenza; Penelope, economista emigrata a Lipsia, che legge l’ultimo telegramma del padre divenuto un guru in India. E ancora Greta, Teresa, Francesca, Valeriana, Paula e Diana. Dodici donne indipendenti e forti che riflettono come uno specchio rotto la femminilità di un secolo nuovo e incerto. Una storia divisa in respiri e gemiti, raccontata da un uomo che osserva se stesso e il Mondo attraverso gli occhi delle donne conosciute, amate e perdute.
Collane, Home page, Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Dodici donne raccontate dall’uomo che le ha amate, a volte anche per poco. Una storia attraverso le città e i corpi, in un viaggio parallelo all’esterno e all’interno delle emozioni; dell’amore con la sua geografia da disegnare; del tempo che invecchia alcune cose, altre, invece, le mantiene intatte per molti anni. Incontriamo Sherazade che ricorda gli insegnamenti di suo padre nonostante fatichi a indossare il velo; Amelia che traduce in russo il canto antico delle balene in Messico. O Simona nuda sul letto di una Lisbona in crisi, invecchiata quanto lei; Giorgia, orafa di Lecce espatriata in Canada, che sogna di poter ritornare nonostante tutto; Ariel sulla bicicletta a Parigi, finalmente libera da un amore divenuto possessione e violenza; Penelope, economista emigrata a Lipsia, che legge l’ultimo telegramma del padre divenuto un guru in India. E ancora Greta, Teresa, Francesca, Valeriana, Paula e Diana. Dodici donne indipendenti e forti che riflettono come uno specchio rotto la femminilità di un secolo nuovo e incerto. Una storia divisa in respiri e gemiti, raccontata da un uomo che osserva se stesso e il Mondo attraverso gli occhi delle donne conosciute, amate e perdute.
In passato si è parlato spesso della morte dell’arte, qualcuno ha anche teorizzato la sua fine, che è come dire: morte dell’umano. In questo libro si vuole rappresentare il rumore della nascita, il rumore prodotto da un essere che nasce. Il tema della metamorfosi è la costante, che sta al centro e in mezzo al mutamento che accade in continuazione, per ognuno. Tutto è fragile all’inizio, la fragilità è di ogni cosa che inizia. Ma il corpo a corpo che si dispiega in questo testo ibrido (che è recitativo, monologo e narrativa insieme), è la lotta per affermare il gesto creativo, il gesto che si sviluppa nel senso, che ha origine nel senso. Per cui persino il nulla assume un significato.
Catalogo, Officina, Officina Ensemble
In passato si è parlato spesso della morte dell’arte, qualcuno ha anche teorizzato la sua fine, che è come dire: morte dell’umano. In questo libro si vuole rappresentare il rumore della nascita, il rumore prodotto da un essere che nasce. Il tema della metamorfosi è la costante, che sta al centro e in mezzo al mutamento che accade in continuazione, per ognuno. Tutto è fragile all’inizio, la fragilità è di ogni cosa che inizia. Ma il corpo a corpo che si dispiega in questo testo ibrido (che è recitativo, monologo e narrativa insieme), è la lotta per affermare il gesto creativo, il gesto che si sviluppa nel senso, che ha origine nel senso. Per cui persino il nulla assume un significato.
Quattro pièce, pensate soprattutto per il teatro dei burattini o delle marionette, si presentano come una rivisitazione in chiave moderna dei temi di Calderón de la Barca, grande drammaturgo spagnolo del Seicento. In questi testi si coniuga il simbolismo dell’autore di La vita è sogno con un’obbligatoria attualizzazione, sottolineandone, volutamente, il carattere fortemente esistenziale.
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Quattro pièce, pensate soprattutto per il teatro dei burattini o delle marionette, si presentano come una rivisitazione in chiave moderna dei temi di Calderón de la Barca, grande drammaturgo spagnolo del Seicento. In questi testi si coniuga il simbolismo dell’autore di La vita è sogno con un’obbligatoria attualizzazione, sottolineandone, volutamente, il carattere fortemente esistenziale.
I racconti che pulsano in Storie di ombra e luce sono squarci di vite che maneggiano emozioni, nel complicato groviglio delle relazioni, in cui nulla è mai come appare. Perché ogni cosa può cambiare all’improvviso: un percorso di dolore può divenire accettazione; la fiducia tradita, delusione o dolore fino al punto di morirne, o di esserne uccisi; le aspettative possono rivelarsi debolezze e i difetti, pregi. Così come le ombre possono, alla fine, diventare luci e le luci, ombre. Tra pennellate di fantasia e di realtà ciascuna storia attraversa se stessa, fino a ricongiungersi con tutte le altre.
I racconti che pulsano in Storie di ombra e luce sono squarci di vite che maneggiano emozioni, nel complicato groviglio delle relazioni, in cui nulla è mai come appare. Perché ogni cosa può cambiare all’improvviso: un percorso di dolore può divenire accettazione; la fiducia tradita, delusione o dolore fino al punto di morirne, o di esserne uccisi; le aspettative possono rivelarsi debolezze e i difetti, pregi. Così come le ombre possono, alla fine, diventare luci e le luci, ombre. Tra pennellate di fantasia e di realtà ciascuna storia attraversa se stessa, fino a ricongiungersi con tutte le altre.
L’opera narrativa di uno dei musicisti italiani più rappresentativi a livello internazionale. Una raccolta di storie surreali e oniriche che colpiscono nel segno.
Le “Storie notturne” di Fabio Zuffanti – musicista, produttore, artista a 360° – sono una raccolta di racconti, molto brevi, pensati come una sorta di “benefico rifugio solitario” alle pressioni della vita.
Queste storie sono tratteggiate, raccolte, sempre in bilico tra il reale e l’onirico come a volerci accompagnare all’avvicendarsi tra il giorno e la notte.
La sospensione della realtà, tipica di maestri come Buzzati, Borges, Bioy Casares e altri, sembra volersi opporre, idealmente, al realismo imperante in letteratura. Ogni situazione e personaggio va in quella direzione: tutto è giocato nell’irrealtà e nel paradossale, come se fossimo in un abisso composto di sogni e distorsioni. Attingendo ad altre dimensioni possiamo provare a comprendere più profondamente il tessuto delle nostre esistenze, il tempo che passa, la fragilità dei sentimenti.
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L’opera narrativa di uno dei musicisti italiani più rappresentativi a livello internazionale. Una raccolta di storie surreali e oniriche che colpiscono nel segno.
Le “Storie notturne” di Fabio Zuffanti – musicista, produttore, artista a 360° – sono una raccolta di racconti, molto brevi, pensati come una sorta di “benefico rifugio solitario” alle pressioni della vita.
Queste storie sono tratteggiate, raccolte, sempre in bilico tra il reale e l’onirico come a volerci accompagnare all’avvicendarsi tra il giorno e la notte.
La sospensione della realtà, tipica di maestri come Buzzati, Borges, Bioy Casares e altri, sembra volersi opporre, idealmente, al realismo imperante in letteratura. Ogni situazione e personaggio va in quella direzione: tutto è giocato nell’irrealtà e nel paradossale, come se fossimo in un abisso composto di sogni e distorsioni. Attingendo ad altre dimensioni possiamo provare a comprendere più profondamente il tessuto delle nostre esistenze, il tempo che passa, la fragilità dei sentimenti.
Dodici storie per dodici mesi da trascorrere fra la magia dei sogni e quella dell’infanzia, per ricordarci chi siamo. Perché il dolore e la paura che si nascondono nella rabbia vengano leniti dal mondo dei sogni, e perché le utopie ci diano la forza di essere chi siamo.
Dodici storie per dodici mesi da trascorrere fra la magia dei sogni e quella dell’infanzia, per ricordarci chi siamo. Perché il dolore e la paura che si nascondono nella rabbia vengano leniti dal mondo dei sogni, e perché le utopie ci diano la forza di essere chi siamo.
Nato in Gran Bretagna, lo Sugar daddy è un uomo che possiede le seguenti caratteristiche: adulto di età compresa tra i 50 e i 70 anni; ricco; disposto a fare costosi regali a delle Sugar baby in cambio di compagnia e affetto. Lo Sugar daddy italiano invece è un poeta di Frascati, sposato, con uno stipendio da professore di scuola e la casa al mare, un piccolo borghese affetto dallo spleen. Nessuna delle sue giovanissime muse, però, è in grado di apprezzare appieno i suoi versi, dunque raramente Sugar daddy è ricambiato con compagnia e affetto, piuttosto con pietà e disprezzo. I suoi piccoli numi, di memoria montaliana, non sono messaggeri divini, o donne-angelo, ma delle belle ragazze dei Castelli, innocenti e sfacciate; le sue giovani parche – come ama chiamarle ispirandosi ai Sepolcri di Foscolo – vivono il tempo infinito della giovinezza, e proprio per questo, come le parche del mito, cantano inesorabili la fine di Sugar daddy, che approssimandosi alla vecchiaia, ripiega tristemente sugli amori mercenari lungo la Salaria. Solo la scrittura consente a Sugar daddy di dar corpo, nel mondo parallelo della letteratura, al desiderio di una gioventù irresponsabile, spudorata, e di ritrovare, nella dimensione poetica del rimpianto, un’età mitica di purezza che forse non ha mai vissuto.
Nato in Gran Bretagna, lo Sugar daddy è un uomo che possiede le seguenti caratteristiche: adulto di età compresa tra i 50 e i 70 anni; ricco; disposto a fare costosi regali a delle Sugar baby in cambio di compagnia e affetto. Lo Sugar daddy italiano invece è un poeta di Frascati, sposato, con uno stipendio da professore di scuola e la casa al mare, un piccolo borghese affetto dallo spleen. Nessuna delle sue giovanissime muse, però, è in grado di apprezzare appieno i suoi versi, dunque raramente Sugar daddy è ricambiato con compagnia e affetto, piuttosto con pietà e disprezzo. I suoi piccoli numi, di memoria montaliana, non sono messaggeri divini, o donne-angelo, ma delle belle ragazze dei Castelli, innocenti e sfacciate; le sue giovani parche – come ama chiamarle ispirandosi ai Sepolcri di Foscolo – vivono il tempo infinito della giovinezza, e proprio per questo, come le parche del mito, cantano inesorabili la fine di Sugar daddy, che approssimandosi alla vecchiaia, ripiega tristemente sugli amori mercenari lungo la Salaria. Solo la scrittura consente a Sugar daddy di dar corpo, nel mondo parallelo della letteratura, al desiderio di una gioventù irresponsabile, spudorata, e di ritrovare, nella dimensione poetica del rimpianto, un’età mitica di purezza che forse non ha mai vissuto.
Prima l’affanno di una giornata del tutto particolare, una di quelle da affrontare a testa bassa, senza arrendersi all’ansia di non riuscire a sbrogliarla. Poi due studenti che vivono la loro amicizia come sentimento totalizzante, lontano dai pregiudizi che la società che li circonda vorrebbe imporre loro. Infine un amore impossibile, illuminato dai lampi di una guerra, quella dei Balcani, che ha lasciato troppe ferite aperte. Vite che si intrecciano, si scontrano, si sovrappongono, che si fanno guardare come fossimo, noi lettori, davanti a una finestra aperta.
Catalogo, Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Prima l’affanno di una giornata del tutto particolare, una di quelle da affrontare a testa bassa, senza arrendersi all’ansia di non riuscire a sbrogliarla. Poi due studenti che vivono la loro amicizia come sentimento totalizzante, lontano dai pregiudizi che la società che li circonda vorrebbe imporre loro. Infine un amore impossibile, illuminato dai lampi di una guerra, quella dei Balcani, che ha lasciato troppe ferite aperte. Vite che si intrecciano, si scontrano, si sovrappongono, che si fanno guardare come fossimo, noi lettori, davanti a una finestra aperta.