Giada e Demetrio sono appassionati di sci alpinismo. Entrambi stressati dalla routine lavorativa, trovano nelle loro gite ad alta quota la più grande fonte di svago e di libertà. La meta di quella giornata primaverile, che lascia presagire il rischio di slavine dovuto alle temperature non più invernali, è Punta Adami, un punto poco battuto nelle Valli di Lanzo. Lo scopo dei novelli sposi è incidere i loro nomi sulla croce d’acciaio incastonata nella roccia. Nei dintorni della Roccia Nera, però, gli eventi prendono una piega sinistra e misteriosa: Giada viene dirottata in un viaggio nel viaggio, tornando indietro nel tempo e scoprendo un passato, o ben più di uno, in procinto di ripresentarsi. Quando riuscirà a tornare al presente, non ancora convinta di essersi lasciata soltanto trasportare dall’immaginazione e dalla suggestività del luogo, capirà ciò che davvero è successo e, finalmente, le si aprirà la possibilità di vivere la propria vita nella libertà più assoluta, purché con Demetrio al proprio fianco.
Giada e Demetrio sono appassionati di sci alpinismo. Entrambi stressati dalla routine lavorativa, trovano nelle loro gite ad alta quota la più grande fonte di svago e di libertà. La meta di quella giornata primaverile, che lascia presagire il rischio di slavine dovuto alle temperature non più invernali, è Punta Adami, un punto poco battuto nelle Valli di Lanzo. Lo scopo dei novelli sposi è incidere i loro nomi sulla croce d’acciaio incastonata nella roccia. Nei dintorni della Roccia Nera, però, gli eventi prendono una piega sinistra e misteriosa: Giada viene dirottata in un viaggio nel viaggio, tornando indietro nel tempo e scoprendo un passato, o ben più di uno, in procinto di ripresentarsi. Quando riuscirà a tornare al presente, non ancora convinta di essersi lasciata soltanto trasportare dall’immaginazione e dalla suggestività del luogo, capirà ciò che davvero è successo e, finalmente, le si aprirà la possibilità di vivere la propria vita nella libertà più assoluta, purché con Demetrio al proprio fianco.
Nonna Dedé vuole tornare nel suo villaggio natale prima della sua morte. Il viaggio, brevissimo, non è possibile perché è oltre un limite che non può essere superato. Entrare e uscire dall’Albania, negli anni della dittatura di Enver Hoxha, è infatti impossibile; il desiderio, però, di rivedere i famigliari ancora in vita e i luoghi dell’infanzia e di porgere un fiore sulla lapide dei propri genitori è così grande che deve fare di tutto per ottenere il permesso di attraversare il confine.
Traduzione di Iris Hajdari
Nonna Dedé vuole tornare nel suo villaggio natale prima della sua morte. Il viaggio, brevissimo, non è possibile perché è oltre un limite che non può essere superato. Entrare e uscire dall’Albania, negli anni della dittatura di Enver Hoxha, è infatti impossibile; il desiderio, però, di rivedere i famigliari ancora in vita e i luoghi dell’infanzia e di porgere un fiore sulla lapide dei propri genitori è così grande che deve fare di tutto per ottenere il permesso di attraversare il confine.
Traduzione di Iris Hajdari
Bisanti è, prima che “esageratore”, un novello prosatore d’arte: di quella scuola estinta, fra Cecchi e Cardarelli, che sfornava e formava poeti della prosa. Osservatori del reale, cesellatori di frasi che di quel reale stanano e fissano i dettagli. È una questione di sguardo: e Bisanti (autore, non a caso, anche di versi; alcuni ne lascia cadere anche fra queste pagine) guarda, contempla, scruta. La sua “esagerazione” sta anche nell’intensificare una sequenza fittissima di particolari che entrano nel suo campo visivo, e che prende a cuore.
(Paolo Di Paolo)
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Bisanti è, prima che “esageratore”, un novello prosatore d’arte: di quella scuola estinta, fra Cecchi e Cardarelli, che sfornava e formava poeti della prosa. Osservatori del reale, cesellatori di frasi che di quel reale stanano e fissano i dettagli. È una questione di sguardo: e Bisanti (autore, non a caso, anche di versi; alcuni ne lascia cadere anche fra queste pagine) guarda, contempla, scruta. La sua “esagerazione” sta anche nell’intensificare una sequenza fittissima di particolari che entrano nel suo campo visivo, e che prende a cuore.
(Paolo Di Paolo)
Grande attesa per il primo volume di una trilogia tra thriller e noir che, dopo la Russia, vuole catturare il lettore italiano ed europeo.
Nel cuore di San Pietroburgo, un omicidio inspiegabile all’interno di una palestra. Una ritualità insolita e una lista di sospettati che si addensa intorno ai collaboratori più stretti di Sergej, l’oligarca ucciso, proprietario dei centri fitness. A Sasha Reggiani, un italo-russo con un passato nei Servizi italiani, istruttore del centro sportivo, e all’investigatore Gribanov, della Omicidi di San Pietroburgo, il compito di sbrogliare la complicata matassa. Implacabile come una mannaia, su tutte le persone che ruotavano nella vita di Sergej, si abbatte la scure della giustizia, ma nessuno sembra aver messo in atto un delitto incomprensibile e dalle modalità insolite. Tutti hanno un motivo per voler morto il proprio capo ma, nei fatti, gli alibi reggono e non ci sono prove schiaccianti. Anche Sasha, uomo dal passato tormentato e dalla vita sentimentale devastante, potrebbe essere l’assassino, ma Gribanov ritiene pi. vantaggioso usare il “mezzo sangue” per le sue ottime capacità. investigative, e farlo diventare un valido alleato. In una San Pietroburgo lunare e oscura, tra mille colpi di scena, la vita intima dei due protagonisti si dispiega e si approfondisce al ritmo della vicenda, fino all’inevitabile finale.
Grande attesa per il primo volume di una trilogia tra thriller e noir che, dopo la Russia, vuole catturare il lettore italiano ed europeo.
Nel cuore di San Pietroburgo, un omicidio inspiegabile all’interno di una palestra. Una ritualità insolita e una lista di sospettati che si addensa intorno ai collaboratori più stretti di Sergej, l’oligarca ucciso, proprietario dei centri fitness. A Sasha Reggiani, un italo-russo con un passato nei Servizi italiani, istruttore del centro sportivo, e all’investigatore Gribanov, della Omicidi di San Pietroburgo, il compito di sbrogliare la complicata matassa. Implacabile come una mannaia, su tutte le persone che ruotavano nella vita di Sergej, si abbatte la scure della giustizia, ma nessuno sembra aver messo in atto un delitto incomprensibile e dalle modalità insolite. Tutti hanno un motivo per voler morto il proprio capo ma, nei fatti, gli alibi reggono e non ci sono prove schiaccianti. Anche Sasha, uomo dal passato tormentato e dalla vita sentimentale devastante, potrebbe essere l’assassino, ma Gribanov ritiene pi. vantaggioso usare il “mezzo sangue” per le sue ottime capacità. investigative, e farlo diventare un valido alleato. In una San Pietroburgo lunare e oscura, tra mille colpi di scena, la vita intima dei due protagonisti si dispiega e si approfondisce al ritmo della vicenda, fino all’inevitabile finale.
Un viaggio, soprattutto interiore, che porterà Margherita a interrogarsi sul significato della fede e della religione. Una morte accidentale della quale si sente un’involontaria responsabile, un aborto spontaneo, un amore difficile e doloroso e l’aura misteriosa che aleggia intorno a Isaia, il barbone la cui presenza è costante nei momenti più importanti della protagonista. Desiderosa di fuggire dal suo piccolo quartiere di Milano che la opprime con la sua staticità, decide di partire per Londra, che si rivela così estranea da farle rimpiangere la sicurezza del suo nido. Tormentata da domande troppo difficili, si ritrova in Israele, immersa nella sua spiritualità, e finisce in Turchia per mettere da parte se stessa e aiutare gli altri. Sarà il ritorno al punto di partenza a farle scoprire quanto davvero sia andata oltre, cosa abbia portato con sé e a cosa, invece, sia stata disposta a rinunciare.
Catalogo, Officina, Officina Ensemble
Un viaggio, soprattutto interiore, che porterà Margherita a interrogarsi sul significato della fede e della religione. Una morte accidentale della quale si sente un’involontaria responsabile, un aborto spontaneo, un amore difficile e doloroso e l’aura misteriosa che aleggia intorno a Isaia, il barbone la cui presenza è costante nei momenti più importanti della protagonista. Desiderosa di fuggire dal suo piccolo quartiere di Milano che la opprime con la sua staticità, decide di partire per Londra, che si rivela così estranea da farle rimpiangere la sicurezza del suo nido. Tormentata da domande troppo difficili, si ritrova in Israele, immersa nella sua spiritualità, e finisce in Turchia per mettere da parte se stessa e aiutare gli altri. Sarà il ritorno al punto di partenza a farle scoprire quanto davvero sia andata oltre, cosa abbia portato con sé e a cosa, invece, sia stata disposta a rinunciare.
«L’Inferno sono gli altri» scriveva Jean Paul Sartre. Perché negli occhi degli altri si vede la propria immagine riflessa, si scorgono ferite che non si vorrebbe vedere, si è costretti a riconoscere, nel proprio stare al mondo, l’inadeguatezza, l’imbarazzo di vivere, le pose grottesche di un attore involontario. La bellezza di Guillaume D. ha una ferita da cui è difficile distogliere lo sguardo: è il suo cognome, quello di un padre famoso, icona del cinema francese e mondiale, immagine insuperabile di forza, di successo, di virilità. Guillaume è un poeta. È un uomo generoso, sensibile, delicato; è diverso dal padre, ma la sua somiglianza con lui lo condanna a fuggire da se stesso, dal suo corpo che lo accusa, e che diventa perciò oggetto di martirio. Guillaume si perde e si ritrova, cerca aiuto nel vino, nella droga, sempre alla ricerca del dolore, della perdita di sé, di una semplicità di sguardo che è la sua. In un romanzo dalle forti componenti autobiografiche, l’artista Francesca Dosi ci racconta del suo rapporto con Guillaume Depardieu, dell’affinità elettiva che ha legato i loro percorsi artistici, della giovane promessa di un amore.
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«L’Inferno sono gli altri» scriveva Jean Paul Sartre. Perché negli occhi degli altri si vede la propria immagine riflessa, si scorgono ferite che non si vorrebbe vedere, si è costretti a riconoscere, nel proprio stare al mondo, l’inadeguatezza, l’imbarazzo di vivere, le pose grottesche di un attore involontario. La bellezza di Guillaume D. ha una ferita da cui è difficile distogliere lo sguardo: è il suo cognome, quello di un padre famoso, icona del cinema francese e mondiale, immagine insuperabile di forza, di successo, di virilità. Guillaume è un poeta. È un uomo generoso, sensibile, delicato; è diverso dal padre, ma la sua somiglianza con lui lo condanna a fuggire da se stesso, dal suo corpo che lo accusa, e che diventa perciò oggetto di martirio. Guillaume si perde e si ritrova, cerca aiuto nel vino, nella droga, sempre alla ricerca del dolore, della perdita di sé, di una semplicità di sguardo che è la sua. In un romanzo dalle forti componenti autobiografiche, l’artista Francesca Dosi ci racconta del suo rapporto con Guillaume Depardieu, dell’affinità elettiva che ha legato i loro percorsi artistici, della giovane promessa di un amore.
Durante un trasloco capita di imbattersi per caso in vecchi oggetti di cui si ignorava l’esistenza. Olimpia Santi ritrova per caso lettere d’amore e spartiti musicali, regali misteriosi indirizzati a sua madre da un certo Emilio, nascosti per anni dentro la sua casa, dietro un quadro, o tra le pagine di un libro mai aperto. Indagando sulla vita sentimentale della madre, Olimpia sarà costretta a riscrivere completamente la sua storia, familiare e personale, presente e futura, accompagnata da bellissime canzoni che nessuno ha cantato per anni.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Durante un trasloco capita di imbattersi per caso in vecchi oggetti di cui si ignorava l’esistenza. Olimpia Santi ritrova per caso lettere d’amore e spartiti musicali, regali misteriosi indirizzati a sua madre da un certo Emilio, nascosti per anni dentro la sua casa, dietro un quadro, o tra le pagine di un libro mai aperto. Indagando sulla vita sentimentale della madre, Olimpia sarà costretta a riscrivere completamente la sua storia, familiare e personale, presente e futura, accompagnata da bellissime canzoni che nessuno ha cantato per anni.
Sfogliando le pagine della raccolta, ci immergiamo tra le meraviglie e i profumi delle terre siciliane, per ritrovarci poi a vagare nello spazio o nei luoghi indefiniti del sogno. Ci lasciamo travolgere dalla nostalgia per un passato incantevole e poi ci ritroviamo in un futuro spaventoso, in cui le forze dell’ordine inseguono e arrestano coloro che sono ancora in grado di provare emozioni, che in questa nuova visione del mondo rappresentano il rischio di distruzione del genere umano. Abbandonandosi spesso a toni poetici e spaziando tra continui riferimenti letterari e filosofici, si snodano i trentacinque racconti di una raccolta, il cui stesso titolo è un omaggio a un capolavoro letterario quale Moby Dick.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Sfogliando le pagine della raccolta, ci immergiamo tra le meraviglie e i profumi delle terre siciliane, per ritrovarci poi a vagare nello spazio o nei luoghi indefiniti del sogno. Ci lasciamo travolgere dalla nostalgia per un passato incantevole e poi ci ritroviamo in un futuro spaventoso, in cui le forze dell’ordine inseguono e arrestano coloro che sono ancora in grado di provare emozioni, che in questa nuova visione del mondo rappresentano il rischio di distruzione del genere umano. Abbandonandosi spesso a toni poetici e spaziando tra continui riferimenti letterari e filosofici, si snodano i trentacinque racconti di una raccolta, il cui stesso titolo è un omaggio a un capolavoro letterario quale Moby Dick.
La Compagnia della Luna Nuova racconta la storia di cinque ragazzi che fanno parte di una compagnia di teatro amatoriale. Personalità diverse unite da una grande passione e da un forte senso di appartenenza al gruppo. Ragazzi normali, incapaci di tenere un segreto, elettrizzati per nuove scoperte, alle prese con i primi amori, con sogni e desideri da realizzare. Un giorno si sparge la voce di un concorso cui i ragazzi decidono di partecipare. Scegliere lo spettacolo incontrerà piccole e grandi difficoltà che verranno superate anche con l’aiuto e la saggezza di personaggi come Elda, l’anziana costumista e Giornata, un aiutante tutto fare che sul più bello trova sempre una soluzione sbalorditiva per ogni quesito. A vincere saranno i sentimenti di fratellanza, l’amore per la vita e il rispetto verso gli altri.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
La Compagnia della Luna Nuova racconta la storia di cinque ragazzi che fanno parte di una compagnia di teatro amatoriale. Personalità diverse unite da una grande passione e da un forte senso di appartenenza al gruppo. Ragazzi normali, incapaci di tenere un segreto, elettrizzati per nuove scoperte, alle prese con i primi amori, con sogni e desideri da realizzare. Un giorno si sparge la voce di un concorso cui i ragazzi decidono di partecipare. Scegliere lo spettacolo incontrerà piccole e grandi difficoltà che verranno superate anche con l’aiuto e la saggezza di personaggi come Elda, l’anziana costumista e Giornata, un aiutante tutto fare che sul più bello trova sempre una soluzione sbalorditiva per ogni quesito. A vincere saranno i sentimenti di fratellanza, l’amore per la vita e il rispetto verso gli altri.
«Garrapa guarda al mondo con l’occhio lucido e curioso di un filosofo, e poi ce lo racconta con voce di poeta».
Paolo Zardi
La cosa sta lì, in una stanza chiusa: qualcuno, dopo averla vista, ride a crepapelle, altri sono presi da un malore, tutti la amano, ma nessuno riesce a dire che cosa è: è la perfezione impossibile di un giardino incolto, neanche il ricordo può farne una copia all’altezza; è il colloquio paradossale, intimo e al tempo stesso distaccato, tra un paziente e il suo analista; è l’incontro tanto atteso tra un amante e un’amata, quando le parole dette vengono strangolate da pensieri ossessivi, un dialogo interiore troppo rumoroso per poter udire una dichiarazione d’amore. La sorprendente creatività di Gianluca Garrapa si ramifica tra le pagine di venti racconti, inarrestabile e infestante come una pianta di gramigna.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
«Garrapa guarda al mondo con l’occhio lucido e curioso di un filosofo, e poi ce lo racconta con voce di poeta».
Paolo Zardi
La cosa sta lì, in una stanza chiusa: qualcuno, dopo averla vista, ride a crepapelle, altri sono presi da un malore, tutti la amano, ma nessuno riesce a dire che cosa è: è la perfezione impossibile di un giardino incolto, neanche il ricordo può farne una copia all’altezza; è il colloquio paradossale, intimo e al tempo stesso distaccato, tra un paziente e il suo analista; è l’incontro tanto atteso tra un amante e un’amata, quando le parole dette vengono strangolate da pensieri ossessivi, un dialogo interiore troppo rumoroso per poter udire una dichiarazione d’amore. La sorprendente creatività di Gianluca Garrapa si ramifica tra le pagine di venti racconti, inarrestabile e infestante come una pianta di gramigna.
Roma, periferia nord-est. Migliore, 32 anni, laureato, tira avanti con lavori occasionali, finché un articolo letto su una rivista gli suggerisce l’idea di mantenersi sottraendo e vendendo al mercato nero il vetro della raccolta differenziata. Chiede allora in prestito un furgone all’amico Diandro, un indipendentista ceceno che ha imparato l’italiano stampato nei libri, e parla per citazioni. Durante uno dei suoi viaggi, Migliore salva Xenia, una prostituta, dal pestaggio del suo lenone. Quando informa Diandro dell’accaduto, viene a sapere che dietro al traffico di ragazze dell’Est Europa ci sono ex agenti del kgb. In una Roma notturna e infida, teatro di un rocambolesco susseguirsi di avventure tra il tragico e il comico, i due amici proveranno a salvare se stessi e la ragazza. Coniugando profondità e ironia, Borghi dà voce agli emarginati e, prendendo spunto da verità investigative, illumina realtà sconosciute.
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
Roma, periferia nord-est. Migliore, 32 anni, laureato, tira avanti con lavori occasionali, finché un articolo letto su una rivista gli suggerisce l’idea di mantenersi sottraendo e vendendo al mercato nero il vetro della raccolta differenziata. Chiede allora in prestito un furgone all’amico Diandro, un indipendentista ceceno che ha imparato l’italiano stampato nei libri, e parla per citazioni. Durante uno dei suoi viaggi, Migliore salva Xenia, una prostituta, dal pestaggio del suo lenone. Quando informa Diandro dell’accaduto, viene a sapere che dietro al traffico di ragazze dell’Est Europa ci sono ex agenti del kgb. In una Roma notturna e infida, teatro di un rocambolesco susseguirsi di avventure tra il tragico e il comico, i due amici proveranno a salvare se stessi e la ragazza. Coniugando profondità e ironia, Borghi dà voce agli emarginati e, prendendo spunto da verità investigative, illumina realtà sconosciute.
«Questa raccolta di racconti è uno spartiacque della realtà del Kosovo. L’autore, tramite un linguaggio diretto ed efficace, senza giochi di parole, fa conoscere un mondo nuovo e quasi sconosciuto al lettore italiano»
Gëzim Hajdari
Questa raccolta di racconti, al tempo stesso realistici e surreali, è un libro importantissimo perché è la prima opera kosovara tradotta in Italia.
Con un linguaggio al tempo stesso crudo e divertente, l’autore indaga la vita quotidiana di uomini e donne che resistono al dolore di una guerra infinita.
Il lettore, senza accorgersene, si troverà catapultato in uno scenario inquietante ma profondamente vivo in cui passato e futuro, realtà e sogno, rassegnazione e speranza sono due facce della stessa medaglia.
In questa “fiera dei sogni” la desolazione, la povertà, la prostituzione, la follia umana lasciano il posto all’amicizia e all’amore per il prossimo, valori che traspaiono in ogni parola.
| traduzione di Iris Hajdari |
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
«Questa raccolta di racconti è uno spartiacque della realtà del Kosovo. L’autore, tramite un linguaggio diretto ed efficace, senza giochi di parole, fa conoscere un mondo nuovo e quasi sconosciuto al lettore italiano»
Gëzim Hajdari
Questa raccolta di racconti, al tempo stesso realistici e surreali, è un libro importantissimo perché è la prima opera kosovara tradotta in Italia.
Con un linguaggio al tempo stesso crudo e divertente, l’autore indaga la vita quotidiana di uomini e donne che resistono al dolore di una guerra infinita.
Il lettore, senza accorgersene, si troverà catapultato in uno scenario inquietante ma profondamente vivo in cui passato e futuro, realtà e sogno, rassegnazione e speranza sono due facce della stessa medaglia.
In questa “fiera dei sogni” la desolazione, la povertà, la prostituzione, la follia umana lasciano il posto all’amicizia e all’amore per il prossimo, valori che traspaiono in ogni parola.
| traduzione di Iris Hajdari |