505–516 di 521 risultati
Uno strano vento scende dalle montagne e ulula tra le case, esasperato dalla solitudine. Una cornacchia dispettosa mette in pericolo la missione di un misterioso equilibrista. L’invenzione della funzione standby porta scompiglio nella vita di coppia di On e di Off. Sono solo alcune delle storie di Ugo Mauthe, fantasiose e improbabili come lupi in città.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Uno strano vento scende dalle montagne e ulula tra le case, esasperato dalla solitudine. Una cornacchia dispettosa mette in pericolo la missione di un misterioso equilibrista. L’invenzione della funzione standby porta scompiglio nella vita di coppia di On e di Off. Sono solo alcune delle storie di Ugo Mauthe, fantasiose e improbabili come lupi in città.
Dopo aver scoperto di essere nato da uno stupro, un bambino si rifugia nel verde, vivendo da solo nella natura. Ma il fato ha un’avventura in serbo per lui: un’antica minaccia incombe sulla sua famiglia, che gli chiede il suo aiuto. Il ragazzo dovrà quindi riallacciare i rapporti con i suoi famigliari e intraprendere un viaggio lungo il Mediterraneo, imparando pian piano a conoscere e amare il mistero legato al suo sangue.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Dopo aver scoperto di essere nato da uno stupro, un bambino si rifugia nel verde, vivendo da solo nella natura. Ma il fato ha un’avventura in serbo per lui: un’antica minaccia incombe sulla sua famiglia, che gli chiede il suo aiuto. Il ragazzo dovrà quindi riallacciare i rapporti con i suoi famigliari e intraprendere un viaggio lungo il Mediterraneo, imparando pian piano a conoscere e amare il mistero legato al suo sangue.
I mass media riportano di continuo notizie di barconi affondati al largo delle coste italiane. Le vittime sono migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dai propri Paesi. Che cosa li spinge a imbarcarsi in quello che per molti si trasforma nel viaggio della morte? E soprattutto, di chi è la colpa?
Il saggio di el Kamhawi vuole dare una risposta a questi interrogativi attraverso un’analisi inedita e approfondita del fenomeno nel contesto egiziano, ricercandone le cause nella struttura sociale delle campagne e nelle vicende economiche e politiche che hanno determinato la situazione odierna. Un’indagine che si fa pura cronaca quando l’autore stesso si mette in viaggio per l’Italia alla ricerca del nipote disperso in mare. Con approccio originale e stile schietto, el Kamhawi illustra una realtà che spesso non viene colta da chi osserva dalla nostra sponda, non risparmiando forti critiche a entrambi i Paesi coinvolti nella moderna tratta degli schiavi.
Catalogo, Saggistica, Transculturazione
I mass media riportano di continuo notizie di barconi affondati al largo delle coste italiane. Le vittime sono migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dai propri Paesi. Che cosa li spinge a imbarcarsi in quello che per molti si trasforma nel viaggio della morte? E soprattutto, di chi è la colpa?
Il saggio di el Kamhawi vuole dare una risposta a questi interrogativi attraverso un’analisi inedita e approfondita del fenomeno nel contesto egiziano, ricercandone le cause nella struttura sociale delle campagne e nelle vicende economiche e politiche che hanno determinato la situazione odierna. Un’indagine che si fa pura cronaca quando l’autore stesso si mette in viaggio per l’Italia alla ricerca del nipote disperso in mare. Con approccio originale e stile schietto, el Kamhawi illustra una realtà che spesso non viene colta da chi osserva dalla nostra sponda, non risparmiando forti critiche a entrambi i Paesi coinvolti nella moderna tratta degli schiavi.
«Si sente il profumo e il senso della terra coltivata dai nostri avi nei versi lucenti e sorprendenti di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, che nella poesia esprime al massimo le sue grandi qualità interpretative e la sua speciale sensibilità umana».
Gianni Maritati
Collane, La poesia di Ensemble
«Si sente il profumo e il senso della terra coltivata dai nostri avi nei versi lucenti e sorprendenti di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, che nella poesia esprime al massimo le sue grandi qualità interpretative e la sua speciale sensibilità umana».
Gianni Maritati
La nuova raccolta poetica di Carlo Ferrucci.
Alter, La poesia di Ensemble, Leontopodium, Poesia
La nuova raccolta poetica di Carlo Ferrucci.
Il cuore forte di un santo viene trapiantato nel corpo di un uomo cinico; un guru carismatico ha un ripensamento poco prima del gioioso suicidio di massa della sua setta; un veterano di guerra orribilmente sfigurato da una mina esplosa in faccia scopre che si dev’essere belli come Gesù Cristo per farsi perdonare l’eroismo. In 10 racconti ispirati, la penna di Simone Consorti traccia abilmente personaggi buoni e cattivi allo scopo di smascherarli, benedicendo l’unione tormentata del bene e del male in ogni storia.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Il cuore forte di un santo viene trapiantato nel corpo di un uomo cinico; un guru carismatico ha un ripensamento poco prima del gioioso suicidio di massa della sua setta; un veterano di guerra orribilmente sfigurato da una mina esplosa in faccia scopre che si dev’essere belli come Gesù Cristo per farsi perdonare l’eroismo. In 10 racconti ispirati, la penna di Simone Consorti traccia abilmente personaggi buoni e cattivi allo scopo di smascherarli, benedicendo l’unione tormentata del bene e del male in ogni storia.
«Tante volte, nel mio lavoro di insegnante di scuola media, durante un compito in classe svolto “nel massimo silenzio”, o in qualche fase piuttosto vivace della vita in classe, mi sono sorpreso a chiedermi quale legame autentico – che non fosse quello dei “doveri” reciproci – determinasse quel trovarci assieme – io “professore” e loro “miei alunni” – per lungo tempo in un’aula scolastica. Nel farlo, mi è capitato spesso di ritenere che la risposta andasse cercata non negli atteggiamenti tenuti in classe dai ragazzi, ma fuori: nei luoghi e nei momenti in cui esprimevano compiutamente la loro età e la loro percezione della realtà. Ciò mi ha portato, e mi porta, a pensare con sempre maggiore frequenza – da “adulto” quale oggi sono – a quando avevo la stessa età e ho sentito sempre più forte il desiderio di conoscere le loro abitudini extra-scolastiche. Mentre me le raccontavano, accadeva quasi involontariamente che io riferissi episodi, mentalità e modi di agire della mia trascorsa esperienza preadolescenziale. Man mano, essi stessi me ne sollecitavano la memoria e la ricostruzione. E se nei loro occhi notavo la rapita e divertita attenzione per un adulto che raccontava di essere stato bambino e ragazzo, nella mia mente scoprivo sempre più chiara la risposta alla mia domanda iniziale» (dalla prefazione dell’Autore)
La Roma degli anni del boom economico vista con gli occhi di un bambino alla periferia della Capitale: le tante speranze di chi si apriva alla vita negli anni Sessanta, quelli delle prime televisioni in casa, Abebe Bikila che corre scalzo alle Olimpiadi, i banchi di scuola in legno verniciato nero con i buchi per i calamai, i giochi da bambini, le piccole zuffe, i primi amori, il mondo degli adulti osservato con curiosità.
Tutto questo si ritrova nel libro di Luigi Chiavarone il quale, grazie alla sua lunga esperienza di insegnate di scuola media, ha trovato il modo di restituire ai giovani un filo intergenerazionale troppo spesso reciso. La rievocazione dell’infanzia del piccolo Antonio, figlio di un impiegato ministeriale trasferitosi con la famiglia dal Sud nel popoloso quartiere di Centocelle, fa da ponte al confronto tra diverse generazioni di giovani che hanno vissuto e affrontato in tempi, luoghi e maniere diverse il difficile passaggio verso l’adolescenza.
Tematiche come la vita di gruppo, l’amicizia, l’aggressività e la tenerezza, l’affettività, la difficoltà di vivere in una periferia degradata e priva di spazi di aggregazione, la vita scolastica, il rapporto con l’ambiente famigliare e con il mondo degli adulti, i sogni e i disincanti, si ritrovano in questo racconto di vita ambientato in anni gravidi di profondi travagli sociali, educativi ed economici, non molto dissimili dal nostro presente.
Il libro è accompagnato da un appendice dedicata alle proposte di lavoro per una lettura guidata.
«Tante volte, nel mio lavoro di insegnante di scuola media, durante un compito in classe svolto “nel massimo silenzio”, o in qualche fase piuttosto vivace della vita in classe, mi sono sorpreso a chiedermi quale legame autentico – che non fosse quello dei “doveri” reciproci – determinasse quel trovarci assieme – io “professore” e loro “miei alunni” – per lungo tempo in un’aula scolastica. Nel farlo, mi è capitato spesso di ritenere che la risposta andasse cercata non negli atteggiamenti tenuti in classe dai ragazzi, ma fuori: nei luoghi e nei momenti in cui esprimevano compiutamente la loro età e la loro percezione della realtà. Ciò mi ha portato, e mi porta, a pensare con sempre maggiore frequenza – da “adulto” quale oggi sono – a quando avevo la stessa età e ho sentito sempre più forte il desiderio di conoscere le loro abitudini extra-scolastiche. Mentre me le raccontavano, accadeva quasi involontariamente che io riferissi episodi, mentalità e modi di agire della mia trascorsa esperienza preadolescenziale. Man mano, essi stessi me ne sollecitavano la memoria e la ricostruzione. E se nei loro occhi notavo la rapita e divertita attenzione per un adulto che raccontava di essere stato bambino e ragazzo, nella mia mente scoprivo sempre più chiara la risposta alla mia domanda iniziale» (dalla prefazione dell’Autore)
La Roma degli anni del boom economico vista con gli occhi di un bambino alla periferia della Capitale: le tante speranze di chi si apriva alla vita negli anni Sessanta, quelli delle prime televisioni in casa, Abebe Bikila che corre scalzo alle Olimpiadi, i banchi di scuola in legno verniciato nero con i buchi per i calamai, i giochi da bambini, le piccole zuffe, i primi amori, il mondo degli adulti osservato con curiosità.
Tutto questo si ritrova nel libro di Luigi Chiavarone il quale, grazie alla sua lunga esperienza di insegnate di scuola media, ha trovato il modo di restituire ai giovani un filo intergenerazionale troppo spesso reciso. La rievocazione dell’infanzia del piccolo Antonio, figlio di un impiegato ministeriale trasferitosi con la famiglia dal Sud nel popoloso quartiere di Centocelle, fa da ponte al confronto tra diverse generazioni di giovani che hanno vissuto e affrontato in tempi, luoghi e maniere diverse il difficile passaggio verso l’adolescenza.
Tematiche come la vita di gruppo, l’amicizia, l’aggressività e la tenerezza, l’affettività, la difficoltà di vivere in una periferia degradata e priva di spazi di aggregazione, la vita scolastica, il rapporto con l’ambiente famigliare e con il mondo degli adulti, i sogni e i disincanti, si ritrovano in questo racconto di vita ambientato in anni gravidi di profondi travagli sociali, educativi ed economici, non molto dissimili dal nostro presente.
Il libro è accompagnato da un appendice dedicata alle proposte di lavoro per una lettura guidata.
Nella nostra epoca si fa tanto parlare di “multiculturalismo”, “interculturalità” e “integrazione”, eppure è evidente che la nostra pretesa, in quanto europei, di essere la migliore civiltà al mondo perdura tuttora.
Solo seguendo la via indicata dalla transculturazione – decolonizzando le nostre menti e accettando il processo di creolizzazione in atto non solo come necessario, ma in primo luogo benefico – potremo finalmente liberarci di cinquecento anni di errore-orrore segnati dall’ingiustizia del colonialismo (mai concluso) e avviarci, gentilmente, verso la costituzione di una civiltà umana generale dei diversi, sulle orme dell’eutopia gilanica proposta dall’archeologa Marija Gimbutas.
Dopo il Manifesto (transman) del 2011, Armando Gnisci riprende il suo discorso transculturale riformulandolo e precisandolo con nuove proposte, attraverso uno stile sperimentale e in evoluzione che segue di pari passo la trasformazione e il cammino interiori dell’autore (e dei lettori con lui), finalizzati a “pensare con il mondo e con il cosmo”.
Catalogo, Saggistica, Transculturazione
Nella nostra epoca si fa tanto parlare di “multiculturalismo”, “interculturalità” e “integrazione”, eppure è evidente che la nostra pretesa, in quanto europei, di essere la migliore civiltà al mondo perdura tuttora.
Solo seguendo la via indicata dalla transculturazione – decolonizzando le nostre menti e accettando il processo di creolizzazione in atto non solo come necessario, ma in primo luogo benefico – potremo finalmente liberarci di cinquecento anni di errore-orrore segnati dall’ingiustizia del colonialismo (mai concluso) e avviarci, gentilmente, verso la costituzione di una civiltà umana generale dei diversi, sulle orme dell’eutopia gilanica proposta dall’archeologa Marija Gimbutas.
Dopo il Manifesto (transman) del 2011, Armando Gnisci riprende il suo discorso transculturale riformulandolo e precisandolo con nuove proposte, attraverso uno stile sperimentale e in evoluzione che segue di pari passo la trasformazione e il cammino interiori dell’autore (e dei lettori con lui), finalizzati a “pensare con il mondo e con il cosmo”.
Il libro, uscito postumo, è un omaggio alla poesia di Maria Letizia De Simone.
Il libro, uscito postumo, è un omaggio alla poesia di Maria Letizia De Simone.
La storia di un cuore spezzato e speziato, parole libere che fanno il verso all’amore. L’amore in tutte le sue sfumature, in tutte le sue declinazioni. Un sentimento che ha origine dalla propria fragile individualità. Sconfina nei meandri del dolore, risorge nel ritorno a se stessi. Si rafforza nello scambio, si consolida nell’unione. Si sublima nella meraviglia e, dopo tanto peregrinare, si consegna a nuove possibilità.
La storia di un cuore spezzato e speziato, parole libere che fanno il verso all’amore. L’amore in tutte le sue sfumature, in tutte le sue declinazioni. Un sentimento che ha origine dalla propria fragile individualità. Sconfina nei meandri del dolore, risorge nel ritorno a se stessi. Si rafforza nello scambio, si consolida nell’unione. Si sublima nella meraviglia e, dopo tanto peregrinare, si consegna a nuove possibilità.
Nei Paesi Bassi l’opera poetica di M. Vasalis ha conosciuto a suo tempo, e tuttora conosce, una popolarità senza precedenti. Un’opera letta e riletta da molti, imparata a memoria, decantata, dalla lingua e dalla forma apparentemente semplici; una poesia diretta, libera da costrizioni stilistiche, audace, che coinvolge profondamente lo sguardo, tenta di decodificare l’assurda grammatica delle emozioni e dei sentimenti e penetra prepotentemente nella psiche. Un’opera a lungo inedita in Italia, e ora presentata qui nella sua totalità cronologica, con la curatela e l’ottima traduzione di Patrizia Filia.
Traduzione di Patrizia Filia
Alter, In vetrina, La poesia di Ensemble, Poesia
Nei Paesi Bassi l’opera poetica di M. Vasalis ha conosciuto a suo tempo, e tuttora conosce, una popolarità senza precedenti. Un’opera letta e riletta da molti, imparata a memoria, decantata, dalla lingua e dalla forma apparentemente semplici; una poesia diretta, libera da costrizioni stilistiche, audace, che coinvolge profondamente lo sguardo, tenta di decodificare l’assurda grammatica delle emozioni e dei sentimenti e penetra prepotentemente nella psiche. Un’opera a lungo inedita in Italia, e ora presentata qui nella sua totalità cronologica, con la curatela e l’ottima traduzione di Patrizia Filia.
Traduzione di Patrizia Filia
Molte poesie di Vita che scorre ribadiscono che il nostro mondo interiore e la connessione con quello esteriore sono ben più vasti e profondi di quanto il nostro stile di vita – che ci induce a girare come criceti su una ruota – ci porti a credere.
Dalla prefazione di Antonella Sarti Evans
Affluenti, La poesia di Ensemble, Poesia
Molte poesie di Vita che scorre ribadiscono che il nostro mondo interiore e la connessione con quello esteriore sono ben più vasti e profondi di quanto il nostro stile di vita – che ci induce a girare come criceti su una ruota – ci porti a credere.
Dalla prefazione di Antonella Sarti Evans