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La prima raccolta poetica di Ugo Annese.
La prima raccolta poetica di Ugo Annese.
La prima raccolta poetica di Claudia Malaguti.
Alter, La poesia di Ensemble, Poesia
La prima raccolta poetica di Claudia Malaguti.
Un martellante poema di Antonio Vella.
Un martellante poema di Antonio Vella.
In questo libro sono raccolte tutte le poesie di Marco Simionato che vanno dal 2007 al 2017.
Alter, Catalogo, Home page, Poesia
In questo libro sono raccolte tutte le poesie di Marco Simionato che vanno dal 2007 al 2017.
La nuova raccolta poetica di Veronica Chiossi.
Alter, La poesia di Ensemble, Poesia
La nuova raccolta poetica di Veronica Chiossi.
La prima raccolta poetica di Antonio Scialpi.
La prima raccolta poetica di Antonio Scialpi.
La poesia di Lorenzo Mele è semplice e complessa assieme. Semplice nel linguaggio, come la poesia di Franco Arminio, ma variegata nei piani di lettura, soprattutto – ribadiamo – sul versante biografico ed esistenziale. La sua è una “memoria tattile”, fa riferimento ai sensi come scatole cinesi dove tutto è possibile, tutto è ritrovabile. La memoria è la casta sorella dell’oblio, ed è impossibile rinnegare il suo accento vibrante sulle nostre ore. “Cenere e spavento”: Lorenzo Mele si serve dell’ossimoro per raccontare il flusso delle sue memorie; ci tiene all’azione taumaturgica delle stesse, ma allo stesso tempo sa che il passato può tirare i remi in barca, lasciarci immobili in una palude perniciosa. Mele si salva con la poesia, e rimedia di ciò che la vita gli ha tolto fermando in istantanee, in “gergo di fotografia” quel che la vita gli ha tolto e, per converso, gli ha regalato.
Dalla prefazione di Fabrizio Cavallaro
La poesia di Lorenzo Mele è semplice e complessa assieme. Semplice nel linguaggio, come la poesia di Franco Arminio, ma variegata nei piani di lettura, soprattutto – ribadiamo – sul versante biografico ed esistenziale. La sua è una “memoria tattile”, fa riferimento ai sensi come scatole cinesi dove tutto è possibile, tutto è ritrovabile. La memoria è la casta sorella dell’oblio, ed è impossibile rinnegare il suo accento vibrante sulle nostre ore. “Cenere e spavento”: Lorenzo Mele si serve dell’ossimoro per raccontare il flusso delle sue memorie; ci tiene all’azione taumaturgica delle stesse, ma allo stesso tempo sa che il passato può tirare i remi in barca, lasciarci immobili in una palude perniciosa. Mele si salva con la poesia, e rimedia di ciò che la vita gli ha tolto fermando in istantanee, in “gergo di fotografia” quel che la vita gli ha tolto e, per converso, gli ha regalato.
Dalla prefazione di Fabrizio Cavallaro
La raccolta poetica di Donato Placido e Antonio G. D’Errico.
Alter, La poesia di Ensemble, Poesia
La raccolta poetica di Donato Placido e Antonio G. D’Errico.
La prima raccolta poetica di Martina Aveta.
Alter, Catalogo, La poesia di Ensemble, Poesia
La prima raccolta poetica di Martina Aveta.
La prima raccolta poetica di Stella Carnevali.
La prima raccolta poetica di Stella Carnevali.
La prima raccolta poetica di Francesco Costa.
Alter, La poesia di Ensemble, Poesia
La prima raccolta poetica di Francesco Costa.
Third time’s a charm, dicono gli inglesi. La terza volta è quella giusta, la migliore. E così è anche per la scrittrice Ilaria Palomba, che con Città metafisiche è giunta alla sua terza prova poetica.
Il libro porta a compimento le premesse dei due libri precedenti e ne è, in qualche modo, la pietra tombale.
Intendo dire che dopo Città metafisiche la poesia di Palomba non potrà che essere altra, tanto è dirompente quest’opera. Inutile cercarvi influenze esterne: è una poesia che vive di e per sé stessa. Un nome che potrebbe far capolino è quello di Alejandra Pizarnik, ma sarebbe un riferimento ozioso evacuo; un riflesso distante.
Il dolore e il sacrificio, punti cardine della poetica dell’autrice, sono qui trattati lucidamente e senza cadere nel dolorismo facile di certa poesia confessionale. La parola della Palomba è un bisturi che squarcia il velo di Maya.
Se Mancanza (Alter Ego-Augh edizioni, 2017) esplorava la Perdita e Deserto (Fusibilia, 2019) raccontava le sue conseguenze, Città metafisiche è una cartolina dall’Abisso. Tutto è già accaduto: non c’è presente né passato, solo un futuro in potenza, ipotetico, un grumo nerissimo.
Ilaria Palomba dimostra con questo libro che è ancora possibile, a dispetto di chi dice che tutto è già stato detto, raccontare la sofferenza di appartenere al mondo.
Gabriele Galloni
Alter, La poesia di Ensemble, Poesia
Third time’s a charm, dicono gli inglesi. La terza volta è quella giusta, la migliore. E così è anche per la scrittrice Ilaria Palomba, che con Città metafisiche è giunta alla sua terza prova poetica.
Il libro porta a compimento le premesse dei due libri precedenti e ne è, in qualche modo, la pietra tombale.
Intendo dire che dopo Città metafisiche la poesia di Palomba non potrà che essere altra, tanto è dirompente quest’opera. Inutile cercarvi influenze esterne: è una poesia che vive di e per sé stessa. Un nome che potrebbe far capolino è quello di Alejandra Pizarnik, ma sarebbe un riferimento ozioso evacuo; un riflesso distante.
Il dolore e il sacrificio, punti cardine della poetica dell’autrice, sono qui trattati lucidamente e senza cadere nel dolorismo facile di certa poesia confessionale. La parola della Palomba è un bisturi che squarcia il velo di Maya.
Se Mancanza (Alter Ego-Augh edizioni, 2017) esplorava la Perdita e Deserto (Fusibilia, 2019) raccontava le sue conseguenze, Città metafisiche è una cartolina dall’Abisso. Tutto è già accaduto: non c’è presente né passato, solo un futuro in potenza, ipotetico, un grumo nerissimo.
Ilaria Palomba dimostra con questo libro che è ancora possibile, a dispetto di chi dice che tutto è già stato detto, raccontare la sofferenza di appartenere al mondo.
Gabriele Galloni