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Questo lavoro antologico (venti autori) nasce dalla necessità di dare voce alla Firenze poetica di oggi, specchio di una realtà sociale e culturale sempre più cosmopolita.
Caratteristica peculiare di questa raccolta, è infatti la forte presenza (non esclusiva), di poeti e poetesse legati/e alla città di Firenze (e dintorni) – per motivi di studio/lavoro, migrazione, residenza ed esistenza – ma nati/e in contesti diversi, da quello del capoluogo toscano.
Le poesie (e i poeti) si incontrano – e spesso si mischiano – da un lato con la storia di Firenze stessa, dall’altro con le più interessanti voci del vivaio locale attuale, anch’esse presenti in questa selezione.
Nella convinzione che un contesto come quello fiorentino, abbia oggi fortemente bisogno di aprirsi, tanto a poetiche locali non riconducibili al mainstream – più o meno controculturale – quanto ai fondamentali apporti che gli possono arrivare, dal potenziale umano “di acquisizione”.
Questo lavoro antologico (venti autori) nasce dalla necessità di dare voce alla Firenze poetica di oggi, specchio di una realtà sociale e culturale sempre più cosmopolita.
Caratteristica peculiare di questa raccolta, è infatti la forte presenza (non esclusiva), di poeti e poetesse legati/e alla città di Firenze (e dintorni) – per motivi di studio/lavoro, migrazione, residenza ed esistenza – ma nati/e in contesti diversi, da quello del capoluogo toscano.
Le poesie (e i poeti) si incontrano – e spesso si mischiano – da un lato con la storia di Firenze stessa, dall’altro con le più interessanti voci del vivaio locale attuale, anch’esse presenti in questa selezione.
Nella convinzione che un contesto come quello fiorentino, abbia oggi fortemente bisogno di aprirsi, tanto a poetiche locali non riconducibili al mainstream – più o meno controculturale – quanto ai fondamentali apporti che gli possono arrivare, dal potenziale umano “di acquisizione”.
Nuova raccolta poetica per Marco Incardona.
Alter, Catalogo, Home page, Poesia
Nuova raccolta poetica per Marco Incardona.
Qualcosa era successo quella sera a Sant’Ambrogio, impossibile negarlo. Oliviero era partito, lasciando a Mario il compito di scrivere della loro amicizia, soprattutto per lasciare una traccia nel tempo del loro passaggio. In una sorta di autobiografia volutamente disordinata, l’autore ci racconta di sé, attraverso una sorta di alter ego, degli anni trascorsi tra Parigi e la sua Firenze, nell’inutile tentativo di fuggire a se stesso. Ed è quest’ultima città – col suo intreccio di strade medievali e coi suoi infiniti turisti, la sua arte e il suo mistero, i suoi poeti e i tanti personaggi sopra le righe –l’eterno epicentro del suo bisogno di fuga e la vera protagonista di questo romanzo. Non rimane altro che lo spiritodelle serate passate a bere Gin Tonic, i balli sfrenati e la voglia di miagolare le “loro” verità ai passanti. Una critica rabbiosa e dissacrante della società, un viaggio tra donne e scelte sbagliate, amicizie tradite, voci ostinate e spesso,troppo spesso, contrarie.
Qualcosa era successo quella sera a Sant’Ambrogio, impossibile negarlo. Oliviero era partito, lasciando a Mario il compito di scrivere della loro amicizia, soprattutto per lasciare una traccia nel tempo del loro passaggio. In una sorta di autobiografia volutamente disordinata, l’autore ci racconta di sé, attraverso una sorta di alter ego, degli anni trascorsi tra Parigi e la sua Firenze, nell’inutile tentativo di fuggire a se stesso. Ed è quest’ultima città – col suo intreccio di strade medievali e coi suoi infiniti turisti, la sua arte e il suo mistero, i suoi poeti e i tanti personaggi sopra le righe –l’eterno epicentro del suo bisogno di fuga e la vera protagonista di questo romanzo. Non rimane altro che lo spiritodelle serate passate a bere Gin Tonic, i balli sfrenati e la voglia di miagolare le “loro” verità ai passanti. Una critica rabbiosa e dissacrante della società, un viaggio tra donne e scelte sbagliate, amicizie tradite, voci ostinate e spesso,troppo spesso, contrarie.