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Questo libro nasce per celebrare il centodecimo anno dalla morte del filosofo e poeta goriziano Carlo Michelstaedter, avvenuta il 17 ottobre 1910. Da quella tragica data ne è passata, di acqua sotto i ponti, così come numerose sono state le versioni che si sono succedute sulla sua morte: per il senso comune – e fino a prova contraria – avvenuta per suicidio, con due colpi d’arma da fuoco che il filosofo si è sparato alla tempia; partiti proprio da quella rivoltella sottratta all’amico ‘Rico Mreule prima che salpasse per l’Argentina. Nei testi di Michelstaedter non c’è traccia di predeterminazione al gesto fatale, come invece ha affermato Giovanni Papini parlando di “suicidio metafisico”. Quello che c’era sicuramente era la malattia fisica, venerea: la sifilide, che all’ultimo stadio porta alla pazzia, in un tempo in cui le cure erano forse più dannose della patologia stessa. E Carlo lo sapeva bene, quello che gli stava accadendo. In questo volume si vuole riportare a galla una verità che è stata messa a tacere per troppo tempo; la mancanza della quale ha fatto sì che il giovane Michelstaedter passasse alla storia come “filosofo della morte” o “esistenzialista depresso” e non per la sua accettazione piena del dolore, esperita ed espressa in un altruismo cosmico e radicale. È bene rimettere insieme i tasselli mancanti, dando il quadro completo di un giovane uomo che ha accettato il suo destino fino all’ultimo: fino a che l’allucinazione, la follia, non hanno preso il sopravvento.
Collane, In vetrina, Pamphlet, Saggistica
Questo libro nasce per celebrare il centodecimo anno dalla morte del filosofo e poeta goriziano Carlo Michelstaedter, avvenuta il 17 ottobre 1910. Da quella tragica data ne è passata, di acqua sotto i ponti, così come numerose sono state le versioni che si sono succedute sulla sua morte: per il senso comune – e fino a prova contraria – avvenuta per suicidio, con due colpi d’arma da fuoco che il filosofo si è sparato alla tempia; partiti proprio da quella rivoltella sottratta all’amico ‘Rico Mreule prima che salpasse per l’Argentina. Nei testi di Michelstaedter non c’è traccia di predeterminazione al gesto fatale, come invece ha affermato Giovanni Papini parlando di “suicidio metafisico”. Quello che c’era sicuramente era la malattia fisica, venerea: la sifilide, che all’ultimo stadio porta alla pazzia, in un tempo in cui le cure erano forse più dannose della patologia stessa. E Carlo lo sapeva bene, quello che gli stava accadendo. In questo volume si vuole riportare a galla una verità che è stata messa a tacere per troppo tempo; la mancanza della quale ha fatto sì che il giovane Michelstaedter passasse alla storia come “filosofo della morte” o “esistenzialista depresso” e non per la sua accettazione piena del dolore, esperita ed espressa in un altruismo cosmico e radicale. È bene rimettere insieme i tasselli mancanti, dando il quadro completo di un giovane uomo che ha accettato il suo destino fino all’ultimo: fino a che l’allucinazione, la follia, non hanno preso il sopravvento.
Piccola personale lezione di… poesia
Questo libro ha come argomento la poesia e questo già potrebbe produrre una certa diffusa ritrosia a sfogliarlo. In realtà, non è una raccolta di testi poetici, pur citandone alcuni, ma una proposta di percezione più vicina e familiare del testo poetico. Non è però neppure un saggio e vaga tra passaggi narrativi attraverso memorie personali, musica, affettività, passato e attualità. Ha come destinatari finali i ragazzi delle scuole medie e superiori, ma attraverso gli adulti: docenti, studenti universitari e anche coloro che seguono oggi i ragazzi o ritornano in un tempo più maturo a riaccordare qualche nota poetica trattenuta e conservata. Suggerisce qualche metodo forse artigianale, dove fondamenti formativi si intrecciano con vissuto professionale e umano dell’autore, a contatto coi ragazzi per molti anni come docente; ma solo perché, in questo modo, si possa meglio cogliere l’essenza intuitiva di un verso. Forse è un testo dedicato ai ragazzi per essere stato ragazzo, in un tempo diverso, chi l’ha scritto e per aver avuto l’occasione di trascorrerne tanto a cogliere quello di diverse generazioni. Forse perché la poesia è in loro e fa parte della loro vita, più di quanto essi stessi e noi adulti pensiamo. Forse perché c’è poesia, come impressione immaginaria e vera, anche quando in noi e nel mondo tace o è accantonata.
La poesia di Ensemble, Pamphlet, Saggistica, Varia
Piccola personale lezione di… poesia
Questo libro ha come argomento la poesia e questo già potrebbe produrre una certa diffusa ritrosia a sfogliarlo. In realtà, non è una raccolta di testi poetici, pur citandone alcuni, ma una proposta di percezione più vicina e familiare del testo poetico. Non è però neppure un saggio e vaga tra passaggi narrativi attraverso memorie personali, musica, affettività, passato e attualità. Ha come destinatari finali i ragazzi delle scuole medie e superiori, ma attraverso gli adulti: docenti, studenti universitari e anche coloro che seguono oggi i ragazzi o ritornano in un tempo più maturo a riaccordare qualche nota poetica trattenuta e conservata. Suggerisce qualche metodo forse artigianale, dove fondamenti formativi si intrecciano con vissuto professionale e umano dell’autore, a contatto coi ragazzi per molti anni come docente; ma solo perché, in questo modo, si possa meglio cogliere l’essenza intuitiva di un verso. Forse è un testo dedicato ai ragazzi per essere stato ragazzo, in un tempo diverso, chi l’ha scritto e per aver avuto l’occasione di trascorrerne tanto a cogliere quello di diverse generazioni. Forse perché la poesia è in loro e fa parte della loro vita, più di quanto essi stessi e noi adulti pensiamo. Forse perché c’è poesia, come impressione immaginaria e vera, anche quando in noi e nel mondo tace o è accantonata.
Il fuoco sacro della poesia. Conversazioni con Maria Luisa Spaziani è una raccolta di interviste a cura di Leone D’Ambrosio.
Maria Luisa Spaziani è stata sicuramente la protagonista assoluta della poesia del secondo Novecento non solo italiano. Tanto è stato scritto su di lei e sulla sua poesia, non sempre però si è cercato d’intraprendere un viaggio, fondamentale, assieme al poeta per ritrovare la sua compostezza e la sua identità. Per questo Leone D’Ambrosio, poeta anch’egli, ha pensato di riunire, senza rispettare una cronologia di apparizione, piuttosto per continuità tematica, apportando qualche lieve modifica e l’aggiunta dalle registrazioni di alcuni inediti, le interviste più significative pubblicate durante la loro ultradecennale amicizia.
Gli anni di riferimento riguardano dal 2005 al 2014 e non comprendono le recensioni ai suoi libri.
Catalogo, Pamphlet, Saggistica
Il fuoco sacro della poesia. Conversazioni con Maria Luisa Spaziani è una raccolta di interviste a cura di Leone D’Ambrosio.
Maria Luisa Spaziani è stata sicuramente la protagonista assoluta della poesia del secondo Novecento non solo italiano. Tanto è stato scritto su di lei e sulla sua poesia, non sempre però si è cercato d’intraprendere un viaggio, fondamentale, assieme al poeta per ritrovare la sua compostezza e la sua identità. Per questo Leone D’Ambrosio, poeta anch’egli, ha pensato di riunire, senza rispettare una cronologia di apparizione, piuttosto per continuità tematica, apportando qualche lieve modifica e l’aggiunta dalle registrazioni di alcuni inediti, le interviste più significative pubblicate durante la loro ultradecennale amicizia.
Gli anni di riferimento riguardano dal 2005 al 2014 e non comprendono le recensioni ai suoi libri.
Nuova edizione di questo piccolo saggio sul mondo del giornalismo di Miriam Mafai, una delle voci più importanti della stampa italiana.
Accesso alla professione, pervasività del potere politico, conformismo e docilità di tanti di noi nell’accettazione di questo potere, ruolo preminente della pubblicità, distinzione di ruolo e di gerarchia tra il giornalista “cartaceo” e quello che opera prevalentemente sul web: oggi poco è cambiato. Il che la dice lunga sulla lucidità di chi ha scritto questo testo ma anche, ahimè, sull’immobilismo della nostra informazione.
Catalogo, Home page, Pamphlet, Saggistica
Nuova edizione di questo piccolo saggio sul mondo del giornalismo di Miriam Mafai, una delle voci più importanti della stampa italiana.
Accesso alla professione, pervasività del potere politico, conformismo e docilità di tanti di noi nell’accettazione di questo potere, ruolo preminente della pubblicità, distinzione di ruolo e di gerarchia tra il giornalista “cartaceo” e quello che opera prevalentemente sul web: oggi poco è cambiato. Il che la dice lunga sulla lucidità di chi ha scritto questo testo ma anche, ahimè, sull’immobilismo della nostra informazione.
Giaime Pintor (1919-1943), morto a soli ventiquattro anni a causa di una mina, divenne presto simbolo di quei giovani che, maturati sotto il fascismo, si trovarono nel 1943 a dover scegliere da quale parte stare. Accompagnato da un profilo critico, il volume ne ripercorre la vita, sottolineando come ancora oggi Pintor sia al centro di un forte dibattito capace di coinvolgere non soltanto la sua persona, ma una intera generazione di antifascisti del dopoguerra. Questa nuova edizione presenta Il sangue d’Europa, collezione degli scritti letterari e politici, insieme al raro saggio su Nietzsche destinato all’introduzione di Considerazioni sulla storia, tradotto dalla cugina Lia Pinna Pintor.
Giaime Pintor (1919-1943), morto a soli ventiquattro anni a causa di una mina, divenne presto simbolo di quei giovani che, maturati sotto il fascismo, si trovarono nel 1943 a dover scegliere da quale parte stare. Accompagnato da un profilo critico, il volume ne ripercorre la vita, sottolineando come ancora oggi Pintor sia al centro di un forte dibattito capace di coinvolgere non soltanto la sua persona, ma una intera generazione di antifascisti del dopoguerra. Questa nuova edizione presenta Il sangue d’Europa, collezione degli scritti letterari e politici, insieme al raro saggio su Nietzsche destinato all’introduzione di Considerazioni sulla storia, tradotto dalla cugina Lia Pinna Pintor.
Queste riflessioni sul linguaggio e sul viaggio, sul viaggio nel linguaggio, sul linguaggio del viaggio nel tempo e nello spazio, sono nate nel corso degli anni grazie all’esperienza di vita e di lavoro dell’autrice, che si è dedicata a lungo alla rivista «Lettera Internazionale», nata nel 1984, grazie al fondatore praghese Antonin Liehm e a quello italiano Federico Coen. La percezione “creativa” di un luogo si ha attraverso il movimento, il viaggio, il passaggio e attraverso la lingua che si parla. È il linguaggio che ci permette di attivare le nostre esperienze, suggerendoci la necessità di avere sempre un buon punto di osservazione. Il volume è composto da un’alternanza tra considerazioni sulla lingua che parliamo, e con cui costruiamo il mondo che ci circonda, e brevi reportage di viaggio.
Queste riflessioni sul linguaggio e sul viaggio, sul viaggio nel linguaggio, sul linguaggio del viaggio nel tempo e nello spazio, sono nate nel corso degli anni grazie all’esperienza di vita e di lavoro dell’autrice, che si è dedicata a lungo alla rivista «Lettera Internazionale», nata nel 1984, grazie al fondatore praghese Antonin Liehm e a quello italiano Federico Coen. La percezione “creativa” di un luogo si ha attraverso il movimento, il viaggio, il passaggio e attraverso la lingua che si parla. È il linguaggio che ci permette di attivare le nostre esperienze, suggerendoci la necessità di avere sempre un buon punto di osservazione. Il volume è composto da un’alternanza tra considerazioni sulla lingua che parliamo, e con cui costruiamo il mondo che ci circonda, e brevi reportage di viaggio.