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Igor Traboni
Isole
di: Igor TraboniLa prima raccolta poetica di Igor Traboni.
«Traboni passa da un’isola all’altra in un atlante del tempo e del cuore. Lo fa con apparente leggerezza, fa a volte lo “scemo” con le parole, coi giochetti che esse gli consentono. Ma il viaggio è nel segno di una struggente malinconia. Nessun gioco verbale la copre, anzi semmai ne inasprisce il gusto, ne ispessisce l’ombra».
Dalla Prefazione di Davide Rondoni
€ 12,00
Giornalista professionista, marito e padre, vive a Frosinone. Da abusivo a caporedattore, ha fatto tutto quello che c’era da fare in un giornale. E continua a farlo, scrivendo per quotidiani nazionali, settimanali, riviste, testate online. Isole è la sua prima raccolta di poesie e il suo primo libro in assoluto. Ha un piccolo blog: www.traboniecattivi.it

La poesia di Ensemble, Leontopodium, Poesia
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Alter, Catalogo, La poesia di Ensemble, Poesia, Varia
Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriVoglio morire a Pietroburgo. Poesie per l’Eurasia di: Alessandro Dall’Oglio € 12,00AcquistaNuova edizione
Là dove la bellezza entra a poco a poco,vedo socchiuse e morbide geometrie, che nascondono ampiezze infinite.Lì dove ogni linea incontra sua curvasi fondono e s’aprono in spazi racchiusi,e così indefiniti come sentieri sinuosi. Laghi di rocce, montagne artificiali e fiori di un giardino in molti giardini, come pianeti che vorticano nello spazio. «Alessandro è innamorato di Pietroburgo perché qui ha trovato quel luogo (più simbolico che altrove) laddove la bellezza è sostantivo declinato permanentemente al maiuscolo: luogo ultimo e nativo, iniziale e definitivo, ingenuo e maturo, etereo e ponderoso. E Pietroburgo, così scrive, è elegante e votata al “vero culto dell’arte”, “soluzione stessa della tua nuova vita contro la volgarità di un borghese esportato”, “scrigno di un grande tesoro, mai prima avuto, mai più trovato”». Corrado Veneziano
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Sale!AcquistaArticolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriLeggenda della mia nascita di: Besnik Mustafaj
€ 15,00€ 10,00AcquistaLa poesia di Mustafaj nasce nelle Bjeshkët e Nëmuna (Montagne Maledette), nel nord dell’Albania, nel pieno inverno della dittatura comunista albanese.
Il verso di Mustafaj sembra pacato a una prima lettura, epico come nei racconti degli antichi, senza grida né enfasi. Ma è solo un inganno, perché rileggendo con l’attenzione dovuta si scopre che sotto l’essere del suo verbo abitano echi, suoni, ritmi interiori intensi, che penetrano nella memoria del lettore accorto, rimanendovi per sempre. È un verso vero e vissuto profondamente, carico di umanità e universalità. Mustafaj sa colloquiare con le cose, dando loro voce e volto, attraverso una prosa poetica che colpisce per la forza e per la bellezza antica e ancestrale. A volte tumultuosa e carica dell’inquietudine quotidiana, la sua poesia si fa carico del dolore e della sofferenza dell’uomo, in attesa di un raggio di luce durante le notti nere, che sembrano non avere mai fine: Non arriverà mai l’alba. Fare il poeta nel cuore della dittatura più feroce del vecchio continente, in cui s’intrecciavano i vivi con i morti, poteva essere una scelta fortunata per i poeti di corte, ma pericolosa per gli “eretici”. Attraverso metafore e simboli ambigui, i poeti tentavano di recuperare la libertà quotidiana perduta. Chi osava spingersi oltre il limite proibito, fissato dalla censura, pagava con la propria vita, “uccidendosi” con la propria poesia.
Il territorio poetico di Mustafaj è un territorio minacciato, abitato da streghe, notti nere, boschi oscuri, lupi mannari, sangue versato… Sono simboli negativi che, come presagi, preavvisano un lugubre destino per il poeta e per la poesia stessa. L’amore come anima del mondo; è la poesia stessa che sopravvive, sfidando qualsiasi oppressione e i recinti di filo spinato. Toccanti sono i versi dedicati alla propria donna e alla madre che, pur essendo assente, è sempre presente accanto al proprio figlio, pronta a proteggerlo, insegnandogli le leggi antiche degli avi malsor (montanari).
È questa la leggenda della nascita del poeta e della sua poesia imponente, dai toni epici ed elegiaci, che assomigliano a una leggenda vivente sorta nel gelido e lungo inverno della dittatura albanese.
[Dalla prefazione di Gëzim Hajdari]
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Sale!AcquistaArticolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriNûr. Eresia e besa di: Gëzim Hajdari
€ 15,00€ 10,00AcquistaNûr è forse l’opera di Hajdari che più radicalmente introduce una nuova torsione del discorso. Questo è vero, in primo luogo, per l’uso della forma del poema drammatico, che rielabora e intensifica gli snodi conflittuali propri della poesia hajdariana attraverso relazioni sceniche tra personaggi anziché attraverso il “corpo presente” dell’io centrale. In secondo luogo, e in maniera complementare, le figure essenziali della produzione poetica precedente, distribuite tra la sfera di un’esistenza nuda e quella del simbolo, vengono tradotte in una vicenda eroica e mitica che non si limita ad alludere a tratti a una memoria epica, ma attinge direttamente ed estesamente da una parola già detta, condivisa e tramandata: il corpus dell’epica popolare albanese.
I valori etici e le situazioni narrative di quest’ultima, come Hajdari tiene ad affermare nella sua premessa ad uso del lettore italiano, sono intimamente legati alla civiltà del Kanûn, il codice d’onore che dal medioevo fino agli inizi del XX secolo regolò la vita degli albanesi delle montagne. Se i riferimenti alla cultura atavica del paese natale di Hajdari si sono moltiplicati nei suoi libri più recenti, smentendo senz’appello il luogo comune sulla poesia della migrazione come poesia sradicata o deterritorializzata, in Nûr la memoria albanese irrompe con forza inedita e diviene sfondo, protagonista e ragione stessa dell’opera.
Ma la tragedia di Nûr scava e reinventa il passato per ritornare a noi, oggi. Non solo perché è subito chiaro, fin dall’omonimia con il protagonista, che Hajdari espone se stesso nella tragedia, traducendo le lacerazioni biografiche in lacerazioni mitiche, ma anche perché queste ferite sono inscritte su un fondo arcaico e al contempo rivolte al futuro: è la «visione profetica del passato», che deve essere non solo ricomposto storicamente ma anche sognato poeticamente, da soggetti in lotta per le proprie radici, contro le proprie radici (perché riscriverle vuol dire affermare che esse non sono intangibili).[dalla postfazione di Andrea Gazzoni]
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Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriTerre riemerse di: Matteo Maxia € 10,00AcquistaLa prima raccolta poetica di Matteo Maxia.
«[…] Matteo ha questa capacità. In un tempo di sciatteria linguistica, la sua è un’opera di cesello, recuperando suoni e sensi della parola. Riesce a trasportare il lettore in continenti emotivi che rimangono sempre inesplorati: ciascuno deve ogni volta riscoprire i propri, diversi da tutti gli altri, continenti emotivi. Matteo è, ovviamente, uomo del nostro tempo. Se ci concediamo qualche sociologismo, molte delle sue poesie esprimono il disagio dell’uomo massa, mercificato e avvilito. Il disagio di “arrampicatore asociale”, che combatte quotidianamente per sopravvivere, non per crescere e migliorare, che si arrampica semplicemente per non cadere […]».
Dalla prefazione di Gianfranco Bottazzi
*L’immagine del profilo è di © Giovanni Coda
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Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriNulla caduco di: Marco Incardona€ 12,00€ 10,50AcquistaNuova raccolta poetica per Marco Incardona.
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