Poesie 1970-2020

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L’opera completa di uno dei Maestri della poesia italiana contemporanea.

 

«Ho conosciuto Manzi tanti anni fa; credo fosse nel 1968: nella redazione di «Nuovi Argomenti»; eravamo poeti inediti o quasi tutti e due, ed Enzo Siciliano ci fece conoscere. Pensava che avessimo delle affinità: forse sbagliava, o vedeva più in là di noi. Però fra me e Manzi rimase una buona amicizia; qualche volta ci si vide, e io andai in pellegrinag gio al suo bel paese; lui aveva deciso di vivere con altro che la poesia che diventava così per lui una pratica segreta, forse non tanto segreta, di cui, con la gente, vergognarsi un po’. Poi l’ho perduto di vista; ogni tanto mi chiedevo che fine avesse fatto. O se avesse continuato a scrivere; ma la mia domanda rimaneva senza risposta perché di Manzi si erano perse le tracce. Eppure le sue poesie mi avevano sempre affascinato, anche perché erano oppo ste e antitetiche alle mie, pur privilegiando lo stesso l’io. Le sue poesie nascevano dalla campagna, dalla contemplazione della natura, avevano di fatto uno slargo verso l’ideale, anche se corroso da un sentimento terribile del tempo che passa, che le mie poesie cittadine non hanno. Gli invidiavo questa capacità di immergersi dentro il creato per tessere, da ateo forse vissuto nella religiosità cattolica, l’elogio del creatore. Io mi sentivo disperato e basta; solo e sconfitto. Pensavo invece che Manzi fosse in compagnia della natura e delle sue bellezze per lenire il suo dolore di vivere, il suo malessere di poeta».
DARIO BELLEZZA

Luigi Manzi è nato nel 1945. Vive a Roma. Ha esordito nel 1969 nella rivista «Nuovi Argomenti», diretta da Carocci, Moravia, Pasolini. Ha pubblicato le raccolte di poesia La luna suburbana (1986), Amaro essenziale (1987), Malusanza (1989), Aloe (1993, Premio Internazionale Eugenio Montale), Capo d’inverno (1997, Premio Alfonso Gatto, Premio Franco Matacotta), Mele rosse (2004), Fuorivia (2013), Scissure (2020), Rosa corrosa (2003, traduzione macedone di Maria Grazia Cvetkovska), Il muschio e la pietra (2004, traduzione albanese di Gëzim Hajdari). Per gli haiku ha ricevuto il Chairman’s Prize Of the Organizing Committee nel The Word Haiku Contest (1989) e il Gran Prix Tsunenaga Hasekura (2016). È presente in varie antologie. È tradotto in varie lingue.

 

Author:Luigi Manzi
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