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Qualche linea blu, qualche traccia di cenere

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Questa è di fatto l’ultima pubblicazione di Pascal Gabellone, uno dei maggiori studiosi e poeti francesi contemporanei. Le prime pubblicazioni risalgono agli anni Settanta, sia per quanto riguarda la critica (L’oggetto surrealista per EInaudi) sia per quanto riguarda le traduzioni (vedi in particolare quelle da LF Céline a quattro mani con Gianni Celati). Proprio al sodalizio con Celati nell’atmosfera creativa della Bologna alla metà degli anni Settanta (l’esperienza di Radio Alice, le occupazioni di Lettere e del DAMS – dove Celati tiene, in piena occupazione, un celebre seminario su Alice di Lewis Carrol da cui sarà tratto il libro collettivo Alice disambientata) rimanda il libro fotografico La bottega dei mimi del 1977.

Col trasferimento in Francia e l’attività di docente presso l’Università Paul Valéry di Montpellier, Gabellone si orienta dapprima verso studi più propriamente italianistici, senza mai intermettere l’attività di traduzione (da Pavese e Sbarbaro, ad esempio). In particolare si occupa di poesia italiana e pubblica nel 1997: Emblèmes épars : essais sur la poésie italienne moderne. Poeta in italiano a partire dai primi anni Novanta (è del 1993 la raccolta pubblicata per Manni da Antonio Prete, conterraneo ed amico con cui condividerà per lunghi anni e fino alla prematura scomparsa i temi di una condivisa riflessone poetica), Gabellone a partire dai primissimi anni del Duemila rende sempre più stretto il rapporto tra riflessione critica e produzione poetica. Gli orizzonti si ampliano alla grande poesia europea da Holderlin a Rilke a Celan e aprono a suggestioni filosofiche di marca heideggeriana. I volumi saggistici e poetici pubblicati negli anni Duemila testimoniano della prossimità tra discorso critico poetico e filosofico. Nell’ultima raccolta – Quelques lignes bleues, quelques traces de cendre -che Gabellone ha fatto in tempo a chiudere prima della scomparsa, la parola poetica focalizza con fermezza e chiaroveggenza il confine che separa vita e morte, soggetto e alterità, realtà mondana e ultraterrena.

Traduzione di Margherita Orsino.

Categorie: Alter, Catalogo, Collane, Home page, La poesia di Ensemble, Poesia Tag: 1977, Antonio Prete, Bologna, Eugenio Montale, Francia, Gianni Celati, Margherita Orsino, Montpellier, Pascal Gabellone, Poesia, Qualche linea blu, qualche traccia di cenere, Ugo Fracassa
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