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Rainer Maria Rilke, Giaime Pintor, Carlo Ferrucci,
Poesie
di: Rainer Maria Rilke, Giaime Pintor, Carlo Ferrucci,Quest’opera è la fedele ripubblicazione del piccolo volume che uscì nel gennaio del 1942 per la collana einaudiana “Poesia”, una raccolta di versi firmati da Rainer Maria Rilke e liberamente tradotti dal grande Giaime Pintor, pochi mesi prima di morire al fronte a soli ventiquattro anni. Una raccolta curata dallo stesso traduttore, una splendida selezione di liriche tratte da: Il libro delle immagini, Nuove poesie, Sonetti a Orfeo, Ultime poesie, un’edizione che come lo stesso Pintor annotò: «È libera. Non ho voluto dare ai lettori un compendio dell’opera di Rilke, ho voluto raccogliere quello che per me, in un particolare momento o in una particolare circostanza, è stato scoperta e occasione di poesia». Un volume che racchiude magnificamente assieme la migliore lirica del poeta boemo e l’infinita maestria nella traduzione del letterato e antifascista italiano.
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(1875-1926) Nacque a Praga, ma non amò il suo paese d’origine e non ne usò mai la lingua, scrivendo solo in tedesco e in francese. Trasferitosi nel 1896 a Monaco di Baviera e di qui a Berlino, dove si legò di grande amicizia con la scrittrice Lou Andreas Salomè, figura centrale della vita culturale dell’epoca, viaggiò con lei per due volte in Russia, incontrandovi Tolstoj e restando profondamente impressionato dalla religiosità di quel popolo. Nel 1901 sposò la scultrice Clara Westhoff, da cui ebbe una figlia, Ruth; ma se ne separò quasi subito per riprendere a viaggiare in Francia (del 1902 è il primo dei suoi numerosi soggiorni parigini), Italia, Danimarca, Svezia. Nel 1905-1906 visse a Meudon, presso Parigi, lavorando come segretario di Auguste Rodin, le cui sculture, così come nel 1907 la scoperta della pittura di Cézanne, ebbero un’influenza determinante sull’evoluzione della sua poesia. All’inizio del 1912, ospite nel castello di Duino presso Trieste della principessa Maria Thurn und Taxis, vi compose le prime due Elegie e l’inizio della terza, della nona e della decima; quindi soggiornò a Venezia, dove conobbe e frequentò Eleonora Duse, e viaggiò in Spagna, di cui amò la pittura di El Greco e le città di Toledo e Ronda. Attraversati tra molte difficoltà gli anni della Grande Guerra, dal 1919 soggiornò sempre più spesso in Svizzera, fino a stabilirsi definitivamente nel castello di Muzot, nel Canton Vallese. Qui, nel febbraio del 1922, terminò le Elegie duinesi e compose in pochissimo tempo i Sonetti a Orfeo; e qui morì, di leucemia, il 29 dicembre 1926. Oltre alle Elegie duinesi e ai Sonetti a Orfeo, le sue opere più significative sono il Libro delle immagini (1902), La cantata d’amore e di morte dell’alfiere Cristoforo Rilke (1899-1906), le Nuove poesie (1907-1908) e i Quaderni di Malte Laurids Brigge (1910).

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(1919-1943) È stato un letterato, un intellettuale e un traduttore, oltre che precocissimo, tra i più preparati e brillanti della sua generazione. Nato a Roma, vi ritornò a metà degli anni Trenta, dopo aver trascorso parte della fanciullezza e dell’adolescenza a Cagliari, per terminare gli studi liceali e laurearsi, collaborando sin dal 1938 a importanti riviste con poesie, recensioni, traduzioni e critiche letterarie e di costume. Chiamato alle armi, all’inizio del 1941 fu destinato alla Commissione d’Armistizio con la Francia con sede a Torino. Qui divenne, insieme a Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Massimo Mila e Felice Balbo, uno dei collaboratori di primo piano della neonata casa editrice Einaudi, per la quale curò tra l’altro la pubblicazione del Saggio sulla rivoluzione di Carlo Pisacane e le Considerazioni sulla storia di Nietzsche. Trasferito all’inizio del 1943 nella sede della missione militare italiana presso il governo di Vichy, vi rimase, senza mai interrompere la sua attività di traduttore, recensore e saggista, fino al luglio dello stesso anno, quando rientrò a Roma. Dopo l’8 settembre, partecipò alla difesa della città dall’attacco tedesco, per poi attraversare le linee e raggiungere a Brindisi il re e il maresciallo Badoglio. Deluso dalla loro inerzia, passò quasi subito a Napoli, appena liberata da un’insurrezione popolare, e collaborò al tentativo del generale Pavone di costituire una formazione di volontari battente bandiera italiana. Fallito quel progetto, accettò la proposta del comando inglese di guidare un piccolo gruppo di soli italiani attraverso la linea di guerra, e cadde ucciso da una mina nel corso della missione. Oltre alle traduzioni e alle curatele già citate, di lui ci sono rimasti gli scritti raccolti in Sangue d’Europa (1950), Il colpo di Stato del 25 luglio (1974, ripubblicato nel 2013 col titolo L’ora del riscatto. 25 luglio 1943), Doppio diario (1978, di prossima pubblicazione un’edizione critica curata da Maria Cecilia Calabri), e C’era la guerra (2000, epistolario con Filomena d’Amico).


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Saggista, poeta, drammaturgo e traduttore – ha insegnato Storia dell’Estetica nell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, pubblicando tra l’altro volumi e articoli sulle teorie estetiche di Freud e di Maria Zambrano, il pensiero poetante di Giacomo Leopardi, le poetiche del Novecento e la filosofia del teatro. Figlio della sorella maggiore di Giaime Pintor, Silvia, nel 2015 ha pubblicato La mina tedesca. Il vero romanzo di Giaime Pintor (Tra le Righe Libri), in cui ricostruisce gli ultimi, avventurosi ottanta giorni di vita di questa straordinaria figura di letterato e patriota. Il libro riporta in appendice l’ultima lettera di Giaime al fratello Luigi, definita da Ferruccio Parri, capo partigiano e Presidente del Consiglio dei Ministri dal giugno al dicembre 1945, «il documento forse più alto e più bello» della Seconda Guerra Mondiale.

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€ 12,00€ 10,00AcquistaEpigrammi, poesie, giochi di parole, aforismi di uno dei più grandi doppiatori e attori italiani.
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Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriQualche linea blu, qualche traccia di cenere di: Pascal Gabellone€ 12,00€ 10,00AcquistaQuesta è di fatto l’ultima pubblicazione di Pascal Gabellone, uno dei maggiori studiosi e poeti francesi contemporanei. Le prime pubblicazioni risalgono agli anni Settanta, sia per quanto riguarda la critica (L’oggetto surrealista per EInaudi) sia per quanto riguarda le traduzioni (vedi in particolare quelle da LF Céline a quattro mani con Gianni Celati). Proprio al sodalizio con Celati nell’atmosfera creativa della Bologna alla metà degli anni Settanta (l’esperienza di Radio Alice, le occupazioni di Lettere e del DAMS – dove Celati tiene, in piena occupazione, un celebre seminario su Alice di Lewis Carrol da cui sarà tratto il libro collettivo Alice disambientata) rimanda il libro fotografico La bottega dei mimi del 1977.
Col trasferimento in Francia e l’attività di docente presso l’Università Paul Valéry di Montpellier, Gabellone si orienta dapprima verso studi più propriamente italianistici, senza mai intermettere l’attività di traduzione (da Pavese e Sbarbaro, ad esempio). In particolare si occupa di poesia italiana e pubblica nel 1997: Emblèmes épars : essais sur la poésie italienne moderne. Poeta in italiano a partire dai primi anni Novanta (è del 1993 la raccolta pubblicata per Manni da Antonio Prete, conterraneo ed amico con cui condividerà per lunghi anni e fino alla prematura scomparsa i temi di una condivisa riflessone poetica), Gabellone a partire dai primissimi anni del Duemila rende sempre più stretto il rapporto tra riflessione critica e produzione poetica. Gli orizzonti si ampliano alla grande poesia europea da Holderlin a Rilke a Celan e aprono a suggestioni filosofiche di marca heideggeriana. I volumi saggistici e poetici pubblicati negli anni Duemila testimoniano della prossimità tra discorso critico poetico e filosofico. Nell’ultima raccolta – Quelques lignes bleues, quelques traces de cendre -che Gabellone ha fatto in tempo a chiudere prima della scomparsa, la parola poetica focalizza con fermezza e chiaroveggenza il confine che separa vita e morte, soggetto e alterità, realtà mondana e ultraterrena.
Traduzione di Margherita Orsino.
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AcquistaArticolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriTracce di mare di: Amedeo Di Sora € 12,00Acquista
Dopo anni di silenzio, l’atteso ritorno alla Poesia di Amedeo Di Sora.
Erano ormai parecchi anni che Amedeo Di Sora non si concedeva alla poesia (né concedeva ai suoi lettori l’abituale lettura dei suoi versi). Tracce di mare è, quindi, un ritorno e direi un ritorno di rilievo. Insieme alle scritture liriche che hanno da sempre contraddistinto la sua produzione, in questo nuovo libro, compaiono alcune prose poetiche con andamento narrativo a sancire un connubio che è sempre stato frequente nella sua ottica autoriale. Certamente, il mare come eco e come tentazione è simbolo spesso frequentato anche nella lirica precedente del poeta frusinate ma mai con l’acutezza e la forza espressiva con cui compare in questi versi in cui l’onda stessa del ritmo sembra alludere e incoraggiare il succedersi delle onde e il passaggio delle correnti oceaniche e il susseguirsi delle maree.
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Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriRiflessioni sulla storia recente di: Anonimo Monteverdino € 12,00AcquistaSonetti e pasquinate del più irriverente tra i Poeti sugli ultimi dieci anni del nostro Paese.
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Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideriL'articolo selezionato è già presente nella tua lista dei desideri! Sfoglia la lista dei desideriLa tua robinja di: Donika Dabishevci€ 12,00€ 10,00AcquistaCiò che distingue i versi di Donika Dabishevci è l’aspetto carnale dell’amore, sa comunicare con il proprio corpo e con la propria femminilità. La poetessa kosovara possiede un’enorme potenzialità creativa. Il suo linguaggio poetico, avvolto da un fascino orientale, è prepotente e suggestivo, senza cadere in un volgare erotismo, e mira la bellezza come punto di arrivo. È da notare che i testi in albanese sono stati scritti in dialetto gegë dell’Albania del Nord. Quest’opera in bilingue rappresenta la prima pubblicazione di una vera voce femminile del Kosovo in Italia.
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