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Questo libro esplora, con estrema ironia, le dinamiche e i protagonisti che compongono la coppia ai giorni d’oggi. In un contesto sociale che ci mette a dura prova con la ricerca del partner perfetto, l’autrice scrive di ipocrisie e verità che la società è abituata a camuffare con una spessa patina di consuetudini, romanticismo e perbenismo. La penna di Sara Ceracchi trae d’impaccio, con la sua vena umoristica, chi oggi prova l’ansia davvero ingiustificata di doversi creare una vita di coppia esemplare. Cosa ci offre il banco degli incontri? E voi a quale categoria di aspiranti “felici e contenti” pensate di appartenere? Il viaggio in questo esilarante scritto vi aiuterà a scoprirlo!
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Questo libro esplora, con estrema ironia, le dinamiche e i protagonisti che compongono la coppia ai giorni d’oggi. In un contesto sociale che ci mette a dura prova con la ricerca del partner perfetto, l’autrice scrive di ipocrisie e verità che la società è abituata a camuffare con una spessa patina di consuetudini, romanticismo e perbenismo. La penna di Sara Ceracchi trae d’impaccio, con la sua vena umoristica, chi oggi prova l’ansia davvero ingiustificata di doversi creare una vita di coppia esemplare. Cosa ci offre il banco degli incontri? E voi a quale categoria di aspiranti “felici e contenti” pensate di appartenere? Il viaggio in questo esilarante scritto vi aiuterà a scoprirlo!
Un ispettore del ministero della salute che monta su una misteriosa macchina bianca, una donna sola in balcone, una sposa che cammina incerta verso l’altare, una ragazza in minigonna che sogna un castello, una moglie che festeggia il suo anniversario di matrimonio, una sirena che torna a vivere nel suo acquario, una donna che sogna una barca che salpa verso un futuro che non l’attende. Sette personaggi, sette finestre vista mare dalle quali il lettore sbircia tra le mura domestiche di Cuba e tocca con mano la realtà della vita intima dell’isola e dei suoi abitanti.
Un ispettore del ministero della salute che monta su una misteriosa macchina bianca, una donna sola in balcone, una sposa che cammina incerta verso l’altare, una ragazza in minigonna che sogna un castello, una moglie che festeggia il suo anniversario di matrimonio, una sirena che torna a vivere nel suo acquario, una donna che sogna una barca che salpa verso un futuro che non l’attende. Sette personaggi, sette finestre vista mare dalle quali il lettore sbircia tra le mura domestiche di Cuba e tocca con mano la realtà della vita intima dell’isola e dei suoi abitanti.
In dodici storie sul tema della frontiera, Renata Asquer ci racconta vite di confine. Le frontiere di Renata sono fisiche e metafisiche, in bilico tra due diversi e opposti territori dell’essere: c’è la frontiera geografica, da superare per terra o per mare; la frontiera temporale, da attraversare crescendo o invecchiando; c’è la frontiera psicologica, che si abbatte solo decidendo di diventare finalmente se stessi, c’è, infine, l’ultima frontiera, quella più dura, che separa il mondo dei vivi da quell’altro, mai abbastanza lontano.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
In dodici storie sul tema della frontiera, Renata Asquer ci racconta vite di confine. Le frontiere di Renata sono fisiche e metafisiche, in bilico tra due diversi e opposti territori dell’essere: c’è la frontiera geografica, da superare per terra o per mare; la frontiera temporale, da attraversare crescendo o invecchiando; c’è la frontiera psicologica, che si abbatte solo decidendo di diventare finalmente se stessi, c’è, infine, l’ultima frontiera, quella più dura, che separa il mondo dei vivi da quell’altro, mai abbastanza lontano.
Ivan Raversi è un quarantenne ancora costretto a vivere con i genitori, a mendicare affetto e a barcamenarsi nella ricerca di un’occupazione. Un nuovo impiego è l’occasione per risolvere tutti i suoi problemi. Ma a che prezzo? Ambientato in una città-laboratorio – isolata ed esausta, vigilata e incasellata in protocolli molto rigidi – questo romanzo, tra distopia e metafora del presente, racconta il nostro tempo stretto nella morsa della precarietà esistenziale, dell’edonismo, dell’eccessivo controllo delle nostre vite e del confine sempre più invisibile tra pubblico e privato.
Ivan Raversi è un quarantenne ancora costretto a vivere con i genitori, a mendicare affetto e a barcamenarsi nella ricerca di un’occupazione. Un nuovo impiego è l’occasione per risolvere tutti i suoi problemi. Ma a che prezzo? Ambientato in una città-laboratorio – isolata ed esausta, vigilata e incasellata in protocolli molto rigidi – questo romanzo, tra distopia e metafora del presente, racconta il nostro tempo stretto nella morsa della precarietà esistenziale, dell’edonismo, dell’eccessivo controllo delle nostre vite e del confine sempre più invisibile tra pubblico e privato.
Il mondo, con la sua vitalità, è sempre magico: nuvole, tramonti, acquazzoni, pomeriggi torridi, muscoli abbrustoliti dalla realtà delle cose. Fuori va bene, ma non è merito dei protagonisti dei bellissimi racconti di Umberto Morello: trascinati nella centrifuga delle loro vite, non riescono mai del tutto a raggiungere il fuori, né ad annegare in pace in un sano bagno di luce.
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Il mondo, con la sua vitalità, è sempre magico: nuvole, tramonti, acquazzoni, pomeriggi torridi, muscoli abbrustoliti dalla realtà delle cose. Fuori va bene, ma non è merito dei protagonisti dei bellissimi racconti di Umberto Morello: trascinati nella centrifuga delle loro vite, non riescono mai del tutto a raggiungere il fuori, né ad annegare in pace in un sano bagno di luce.
Fuori dal tempo, fuori da ogni schema o logica, fuori da sé. Nove racconti sui modi in cui l’essere umano si mostra capace di agire quando perde il controllo. L’inconscio ha un ruolo fondamentale, conduce ad azioni e spinge a reazioni, senza che la ratio sia ancora arrivata a cogliere il campanello d’allarme. I protagonisti di queste storie sono accomunati dalla loro calma e pacatezza apparenti, cieli sereni che celano un uragano pronto a scatenare tutta la sua forza distruttrice. Un padre prostrato dall’odio che, a causa dell’influenza dell’ex moglie, il figlio nutre per lui; un marito che, rientrato in casa, si trova faccia a faccia con la persona che ha appena stuprato sua moglie; un uomo che, dopo anni in cui gli attacchi di panico lo avevano costantemente portato a pensare che stesse per morire, si trova davvero davanti alla morte. Questi sono solo alcuni dei personaggi di Fuoritempo, le cui imprevedibili reazioni si susseguono in un crescendo di impeto ed emozioni, fino a macchiarsi della più terribile e folle delle colpe: l’omicidio.
Collane, Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Fuori dal tempo, fuori da ogni schema o logica, fuori da sé. Nove racconti sui modi in cui l’essere umano si mostra capace di agire quando perde il controllo. L’inconscio ha un ruolo fondamentale, conduce ad azioni e spinge a reazioni, senza che la ratio sia ancora arrivata a cogliere il campanello d’allarme. I protagonisti di queste storie sono accomunati dalla loro calma e pacatezza apparenti, cieli sereni che celano un uragano pronto a scatenare tutta la sua forza distruttrice. Un padre prostrato dall’odio che, a causa dell’influenza dell’ex moglie, il figlio nutre per lui; un marito che, rientrato in casa, si trova faccia a faccia con la persona che ha appena stuprato sua moglie; un uomo che, dopo anni in cui gli attacchi di panico lo avevano costantemente portato a pensare che stesse per morire, si trova davvero davanti alla morte. Questi sono solo alcuni dei personaggi di Fuoritempo, le cui imprevedibili reazioni si susseguono in un crescendo di impeto ed emozioni, fino a macchiarsi della più terribile e folle delle colpe: l’omicidio.
La natura segue le sue regole. Ascoltarle, può aiutarci a seguire una strada a volte più definita proprio grazie a qualcosa che, benché trascurato dai più, riesce a regalarci, ogni anno, nuovi germogli. Da lì, nascono i pretesti per raccontare tratti di umanità che oggi e ieri si sono lasciati affascinare dal mondo verde.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
La natura segue le sue regole. Ascoltarle, può aiutarci a seguire una strada a volte più definita proprio grazie a qualcosa che, benché trascurato dai più, riesce a regalarci, ogni anno, nuovi germogli. Da lì, nascono i pretesti per raccontare tratti di umanità che oggi e ieri si sono lasciati affascinare dal mondo verde.
Il processo di formazione degli Stati Uniti d’Europa è giunto a compimento. Una nuova formazione politica, composta da sole donne, ottiene un risultato elettorale eccezionale, arrivando al potere contro ogni previsione. Non a tutti piace questo nuovo governo che, presa coscienza del fallimento irreversibile del Capitalismo e delle regole del “vecchio mondo”, si muoverà in modo sorprendentemente rivoluzionario. Uno dei primi provvedimenti, il più controverso, sarà l’abolizione degli strumenti monetari a favore di transazioni basate sullo sperma. Il liquido lattescente avrà dunque valore intrinseco e una funzione sociale, ma renderà gli uomini simili a “mucche da mungere” per il proseguimento della specie. I due protagonisti – Adam Fuco e il suo alter ego più esagitato e ribelle, Andreas – tenteranno sia di sfruttare che di ribaltare questa situazione, con approcci e risultati diversi. Ne viene fuori un romanzo utopico tra fantapolitica e distopia, provocatorio, paradossale e moderno, che osserva da un’altra angolazione alcune tematiche del femminismo, svelando un mondo in cui le donne, conquistato il potere, provano a organizzarlo secondo altri valori.
Il processo di formazione degli Stati Uniti d’Europa è giunto a compimento. Una nuova formazione politica, composta da sole donne, ottiene un risultato elettorale eccezionale, arrivando al potere contro ogni previsione. Non a tutti piace questo nuovo governo che, presa coscienza del fallimento irreversibile del Capitalismo e delle regole del “vecchio mondo”, si muoverà in modo sorprendentemente rivoluzionario. Uno dei primi provvedimenti, il più controverso, sarà l’abolizione degli strumenti monetari a favore di transazioni basate sullo sperma. Il liquido lattescente avrà dunque valore intrinseco e una funzione sociale, ma renderà gli uomini simili a “mucche da mungere” per il proseguimento della specie. I due protagonisti – Adam Fuco e il suo alter ego più esagitato e ribelle, Andreas – tenteranno sia di sfruttare che di ribaltare questa situazione, con approcci e risultati diversi. Ne viene fuori un romanzo utopico tra fantapolitica e distopia, provocatorio, paradossale e moderno, che osserva da un’altra angolazione alcune tematiche del femminismo, svelando un mondo in cui le donne, conquistato il potere, provano a organizzarlo secondo altri valori.
Aulo Clelio, mite sagrestano dell’antica Collegiata di Spello, è un uomo con due facce: affabile vecchietto dei giorni nostri e sacerdote pagano nell’antica colonia romana di Hispellum a cavallo dell’anno Zero. Come se fosse attraversato da una parete interna che da un lato ha dipinta una scenografia antico-romana e dall’altra una scenografia contemporanea, la sua doppia vita gli permette di riflettere sui vizi e le virtù degli italiani di tutti i tempi e di domandarsi se, in fondo, in due millenni, siamo poi così cambiati.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Aulo Clelio, mite sagrestano dell’antica Collegiata di Spello, è un uomo con due facce: affabile vecchietto dei giorni nostri e sacerdote pagano nell’antica colonia romana di Hispellum a cavallo dell’anno Zero. Come se fosse attraversato da una parete interna che da un lato ha dipinta una scenografia antico-romana e dall’altra una scenografia contemporanea, la sua doppia vita gli permette di riflettere sui vizi e le virtù degli italiani di tutti i tempi e di domandarsi se, in fondo, in due millenni, siamo poi così cambiati.
Afferrare un coltello da prosciutto in caduta libera è una pessima mossa. Ma Marta lo sa, lo sa già. Non serve che il papà la rimproveri. Certo, lo ha capito un attimo prima di afferrarlo, però ha ritirato la mano giusto in tempo. È stata sveglia: «Alt! Pericolo! Ritira quella mano». E lei lo ha fatto. Poi però il papà la rimprovera; la rimprovera lo stesso, in modo che sappia, ufficialmente, che quello che le ha consigliato la sua testa è la cosa giusta. Marta sta imparando il mondo, un mondo che non sembra poi così entusiasmante a detta di quei volti, così misteriosamente provati, che le stanno intorno. Ma lei si entusiasma lo stesso, non ha alcuna intenzione di somigliare a quegli adulti così pieni di pensieri. Ma cosa saranno mai, poi, questi pensieri? No, Marta non li avrà quei pensieri. Per niente al mondo. Poi però, scopre che la vita non ti chiede un parere, che nessun adulto avrebbe voluto quei pensieri, se avesse potuto scegliere, che è vivere che ti carica di pensieri e che, a volte, te ne infligge alcuni che sono più grandi di te.
Catalogo, Echos, In vetrina, Narrativa
Afferrare un coltello da prosciutto in caduta libera è una pessima mossa. Ma Marta lo sa, lo sa già. Non serve che il papà la rimproveri. Certo, lo ha capito un attimo prima di afferrarlo, però ha ritirato la mano giusto in tempo. È stata sveglia: «Alt! Pericolo! Ritira quella mano». E lei lo ha fatto. Poi però il papà la rimprovera; la rimprovera lo stesso, in modo che sappia, ufficialmente, che quello che le ha consigliato la sua testa è la cosa giusta. Marta sta imparando il mondo, un mondo che non sembra poi così entusiasmante a detta di quei volti, così misteriosamente provati, che le stanno intorno. Ma lei si entusiasma lo stesso, non ha alcuna intenzione di somigliare a quegli adulti così pieni di pensieri. Ma cosa saranno mai, poi, questi pensieri? No, Marta non li avrà quei pensieri. Per niente al mondo. Poi però, scopre che la vita non ti chiede un parere, che nessun adulto avrebbe voluto quei pensieri, se avesse potuto scegliere, che è vivere che ti carica di pensieri e che, a volte, te ne infligge alcuni che sono più grandi di te.
Il racconto ruota attorno alle vicende di Tadeusz, giovane polacco che negli anni Sessanta si trasferisce in Sicilia per cercare fortuna e felicità. Il protagonista è spinto dall’amore per Halina, la ragazza polacca con cui aveva immaginato il proprio futuro. Dopo qualche tempo passato a Messina come lavapiatti, Tadeusz si sposta vicino a Solarino, dove trova lavoro come badante del burbero don Santino Purpura. Qui Tadeusz diventa “u polaccu”, e deve confrontarsi con la diffidenza degli abitanti del luogo, che sembrano innalzare un muro attorno a lui. La solitudine del vecchio che accudisce presto diventa anche la sua. In un continuo gioco di andata-ritorno attraverso luoghi e tempi diversi, con una lingua sempre al confine tra prosa e poesia, l’autrice ci regala un libro sulla ricerca della felicità e sulla condizione umana del mondo di oggi.
Narrativa, Officina, Officina Ensemble
Il racconto ruota attorno alle vicende di Tadeusz, giovane polacco che negli anni Sessanta si trasferisce in Sicilia per cercare fortuna e felicità. Il protagonista è spinto dall’amore per Halina, la ragazza polacca con cui aveva immaginato il proprio futuro. Dopo qualche tempo passato a Messina come lavapiatti, Tadeusz si sposta vicino a Solarino, dove trova lavoro come badante del burbero don Santino Purpura. Qui Tadeusz diventa “u polaccu”, e deve confrontarsi con la diffidenza degli abitanti del luogo, che sembrano innalzare un muro attorno a lui. La solitudine del vecchio che accudisce presto diventa anche la sua. In un continuo gioco di andata-ritorno attraverso luoghi e tempi diversi, con una lingua sempre al confine tra prosa e poesia, l’autrice ci regala un libro sulla ricerca della felicità e sulla condizione umana del mondo di oggi.
Gli Inabissati sono una generazione intera, malati di sicilitudine da permanenza o sicilitudine da esilio. Sommersi dal lento salire dell’alta marea, fatta di mancanza soffocante di prospettive, o forse travolti da una violenta mareggiata causata dal terremoto di una rivoluzione, essi annaspano da sempre e si aggrappano, disperati, a ogni sperone che possa promettere rifugio o vendetta. Non lo sanno ancora, ma il Fato ha in serbo un inabissamento reale della loro isola e per attuarlo ha affidato un decreto agli dèi del Pantheon che, dopo un lungo e snervante dibattito presieduto da Zeus, lo metteranno in atto a modo loro. Ma c’è un abisso, intimo e irripetibile, per ciascuno. Alle vicende degli Inabissati e alle decisioni degli dèi si intrecciano le storie del Provvidenza Calzature, dove vive il suo abisso di immobilità Rosa, la proprietaria: donna tenace, in ostaggio al suo negozio e all’amore per il marito malato. Rosa ha tre figli: Valeria, insegnante precaria, Luca, fuggito da casa poco più che adolescente, e Antonia che vive a Roma e lavora a RadioTeleOlimpia. Spettatrice indolente dell’effimero mondo della Televisione, Antonia si sta inabissando e, inseguita dai mostri della propria coscienza, tirerà le fila di tutti i piani narrativi di questo racconto che è “una storia che non diviene, ma solo si snocciola, si cunta”.
Catalogo, Echos, Home page, Narrativa
Gli Inabissati sono una generazione intera, malati di sicilitudine da permanenza o sicilitudine da esilio. Sommersi dal lento salire dell’alta marea, fatta di mancanza soffocante di prospettive, o forse travolti da una violenta mareggiata causata dal terremoto di una rivoluzione, essi annaspano da sempre e si aggrappano, disperati, a ogni sperone che possa promettere rifugio o vendetta. Non lo sanno ancora, ma il Fato ha in serbo un inabissamento reale della loro isola e per attuarlo ha affidato un decreto agli dèi del Pantheon che, dopo un lungo e snervante dibattito presieduto da Zeus, lo metteranno in atto a modo loro. Ma c’è un abisso, intimo e irripetibile, per ciascuno. Alle vicende degli Inabissati e alle decisioni degli dèi si intrecciano le storie del Provvidenza Calzature, dove vive il suo abisso di immobilità Rosa, la proprietaria: donna tenace, in ostaggio al suo negozio e all’amore per il marito malato. Rosa ha tre figli: Valeria, insegnante precaria, Luca, fuggito da casa poco più che adolescente, e Antonia che vive a Roma e lavora a RadioTeleOlimpia. Spettatrice indolente dell’effimero mondo della Televisione, Antonia si sta inabissando e, inseguita dai mostri della propria coscienza, tirerà le fila di tutti i piani narrativi di questo racconto che è “una storia che non diviene, ma solo si snocciola, si cunta”.